Martedì 15 novembre 2011 è convocata la seconda assemblea pubblica di Monza e Brianza su crisi e lavoro (presso la F.O.A. Boccaccio 003 di via Rosmini 11 a Monza)
Report I assemblea:
Martedì 1 novembre presso la nuova sede della F.O.A. Boccaccio 003 (via Rosmini 11 a Monza) si è tenuta un’assemblea pubblica su crisi e lavoro, indetta nella settimane precedenti da svariate realtà sociali di Monza e Brianza. Obiettivo di questo incontro è aggregare più soggetti in un ambito assembleare in cui sviluppare riflessioni e creare percorsi concreti relativi al difficile contesto sociale e politico che stiamo attraversando anche in Brianza.
Martedì 1 hanno presenziato i lavoratori della Carlo Colombo di Agrate, della cooperativa sociale CESED, il collettivo della F.O.A. Boccaccio, i sindacati CUB e USB, i collettivi studenteschi monzesi, il PCL e numerosi altri singoli. L’eterogeneità nella composizione dell’assemblea ha costituito da subito un elemento di ricchezza allo sviluppo della discussione, inizialmente incentrata sulle aspettative che ciascun soggetto ripone nella nascita di un percorso simile.
In questo senso il piano condiviso è quello del superamento dei particolarismi e la volontà di costruire una rete che sia altro rispetto a una semplice sommatoria delle singole parti: ciascuna realtà ha i suoi percorsi specifici e conduce, quotidianamente e con strumenti diversi, la propria attività sul territorio, tuttavia il senso di costruire un ambito allargato e comune implica una contaminazione e un dialogo che aiutano a colmare difetti di relazioni e comunicazioni che nel corso degli anni, più o meno visibilmente, sono diventati fattori di debolezza per le rivendicazioni di tutti. Il conseguimento di questo obiettivo primario costituisce il presupposto su cui costruire l’agibilità dell’assemblea nel suo operare sul territorio.
Nel corso dell’assemblea è emerso in primo luogo l’urgente bisogno di allargare il numero di realtà lavorative presenti e, oltre alle già contattate Decathlon, Yamaha e Bames, si ragiona sulla necessità raggiungere altre realtà con una comunicazione (capace di rinnovarsi nei linguaggi) che crei consapevolezza tra i lavoratori circa il proprio stato di sfruttamento e, di conseguenza, l’avvicinamento dei lavoratori stessi alle pratiche di lotta. L’operato dell’assemblea riguarderà tutti gli ambiti lavorativi, senza distinzione tra lavoro “garantito” e atipico, nella piena consapevolezza di quanto attualmente non abbia senso fare dei distinguo di questa natura.
L’assemblea si pone come interlocutore con le tante realtà in lotta del territorio, proponendosi come soggetto in grado di costituire una massa critica a supporto delle singole vertenze, ma ambisce anche e soprattutto a diventare motore di una rinnovata mentalità con cui guardare alle battaglie sul posto di lavoro, nelle quali da troppo tempo un certo tipo di sindacalismo frena le istanze spontanee dei lavoratori e delle lavoratrici. Si vuole riportare il baricentro del conflitto nella capacità dei soggetti di autorganizzarsi e di farsi artefici delle proprie rivendicazioni, superando l’esclusività delle logiche di delega e rappresentanza.
Analizzando alcune delle situazioni in lotta del passato recente e dell’attualità si sottolinea la necessità che i punti di rottura con chi sfrutta avvengano dall’interno dei luoghi di lavoro e che si sappiano tradurre in pratica superando gli schemi classici di rivendicazione, spesso inefficaci. In questo senso si sottolinea il graduale depotenziamento della pratica dello sciopero “canonico” e si ripropone lo spunto dello sciopero “precario”, forma di lotta evocata nel corso degli ultimi mesi, ma allo stato attuale ancora priva di una sua declinazione concreta. E’ chiaro che l’assemblea intende sviluppare un ragionamento molto approfondito su quanto concerne le pratiche di lotta.
Questo ragionamento sulle pratiche ovviamente non può prescindere da un piano di rivendicazioni condivise (come ad esempio la richiesta di un reddito di cittadinanza, l’affermazione del diritto all’insolvenza, il concetto di diritto alla scelta del lavoro oltre al semplice diritto al lavoro) che costituisca il collante tra i soggetti che prendono parte al percorso.
Oltre a quanto discusso nello specifico sulla situazione del mercato del lavoro e sugli effetti della crisi sui diritti dei lavoratori, l’assemblea ha espresso forte la volontà di non trascurare gli altri effetti che l’attuale contesto politico di austerità sta generando nella vita degli individui. Una riflessione sul reddito e sul lavoro non può escludere una presa di parola e una progettualità politica su quanto concerne diritto alla casa, allo studio, agli spazi sociali, alla mobilità.
Per cominciare a entrare nel dettaglio di ciò che si vuole e si può fare sul territorio, la prossima assemblea su crisi e lavoro è convocata per martedì 15 novembre presso la F.O.A. Boccaccio 003 (via Rosmini 11, Monza), mentre per futuri appuntamenti si intende toccare altri luoghi simbolo di vertenzialità sul territorio.
Si invitano le realtà lavorative e i singoli cittadini a prendere parte attiva a questo percorso.