Hanno avuto grande eco le azioni giudiziarie che hanno coinvolto politici locali e regionali di ogni
colore, accusati di corruzione, bancarotta, falso in bilancio e quant’altro.
Come spesso accade, a queste seguono campagne mediatiche che durano il tempo di una notte e che
canalizzano l’attenzione sul politico di turno, con l’effetto di sbattere il “mostro” in prima pagina,
magari a seguito di qualche arresto eclatante.
Accanto alle singole responsabilità dei coinvolti, sarebbe miope non guardare alla trama generale,
cioè un disegno affaristico che coinvolge molteplici interpreti, sotto gli occhi indifferenti di
molti: il diffuso disinteresse per il territorio, a stento percepito come bene comune, ha fornito
l’habitat ideale per un progetto politico privatistico, che ha portato alla situazione in cui ci
troviamo oggi, dove le conseguenze degli illeciti sono davanti ai nostri occhi.
A Monza come in Provincia stanno per essere approvati una variante al precedente PGT (Piano di Governo
del Territorio) e un PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) che avranno effetti
devastanti e permanenti sul territorio: intere aree verdi o agricole saranno cementificate e interi
parchi saranno sventrati per far posto a strade che porteranno un crescente traffico su gomma, come se
questa provincia non avesse già uno dei tassi di urbanizzazione, cementificazione e km di strade per
superficie tra i più alti in Europa.
La variante al PGT monzese cerca legittimità nella previsione di un boom demografico che non ha motivo
d’essere, stando a dati ufficiali che mostrano un numero di abitanti costante dagli anni ’80 a oggi e
all’assenza di politiche abitative che si discostino dal mercato -ben riassunte nelle affermazioni di
questi giorni del sindaco Marco Mariani in merito alla riqualificazione del quartiere Cantalupo- e
nella volontà di dotare la città di alcuni nuovi poli, cioé macro aree di edifici-parcheggi-strade,
che abbiano la funzione di accorpare alcuni servizi pubblici già esistenti e diffusi sulla superficie
cittadina.
Tutto questo non è lungimiranza, è interesse politico ed economico; invece di progettare una colata di
2.000.000 metri cubi di cemento, perché non utilizzare le molte aree ed edifici dismessi presenti in
città?
Come Cittadini per il Bene Comune, come FOA Boccaccio 003, come cittadine e cittadini, abbiamo a cuore
in particolare l’area della Cascinazza, ultima grande libera area verde cittadina dalle enormi
potenzialità agroalimentari, didattiche e lavorative, su cui la variante al PGT prevede invece la
cemento, riducendo in modo preoccupante quella che sulle mappe è l’area di sfogo delle esondazioni del
fiume Lambro.
Per questi motivi stiamo cercando di fermare l’approvazione di questa variante al PGT.
Attraverso svariati eventi e iniziative abbiamo fatto un lavoro non solo di informazione e
Dalla tre giorni di Memento Urbis (mementourbis.noblogs.org) ai gazebo nelle piazze, dai volantinaggi
alle affissioni, alla nuova vitalità dei comitati di quartiere, si è arrivati a raccogliere spunti,
idee e progetti poi confluiti in centinaia di Osservazioni che, avvalorate da migliaia di firme e
presentate in consiglio comunale, mirano a fermare questa variante al PGT per rilanciare un’idea
diversa di città e di spazi urbani e comuni.
Seguiamo con crescente attenzione, mista a preoccupazione e fiducia, ciò che sta accadendo a livello
comunale, anche alla luce delle imminenti scadenze politiche: la giunta comunale perde un altro
firmato il PGTP si è dovuto dimettere e per l’approvazione del piano c’è tempo fino al 17 Marzo.
Anche se gli obiettivi sembrano più vicini, non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Per
questo proponiamo un mese di mobilitazione permanente contro l’approvazione della variante al PGT in
cui unire e intensificare i nostri sforzi.
consigli comunali e provinciali in cui si discuterà di questi argomenti per dimostrare a chi ci
governa che l’ultima parola spetta a noi e che abbiamo il diritto di esprimerci su queste decisioni.
FOA Boccaccio