FOA BOCCACCIO e Collettivo Co.M.P.O.St. in piazza: ritrovo ore 8.30 all’Arengario di Monza, poi si va tutti insieme a Milano!
Venerdì 14 novembre sciopero sociale precario nazionale per fermare Jobs Act, austerità, piano casa, legge di Stabilità, decreto Sblocca Italia, contro “la ‘Buona Scuola’ di Renzi e l’entrata dei privati nei luoghi della formazione”.
A Milano l’opposizione sociale organizza la protesta lanciando l’appello #ScioperiamoExpo: il mega-evento finanziato con miliardi sottratti alla risorse collettive, sostenuto da manodopera gratuita, sottopagata e sfruttata. Quello che da tempo abbiamo denunciato e si è sempre più confermato come il laboratorio di debito, cemento e precarietà che anticipa il paese di domani.
Molte le declinazioni di Expo che abbiamo deciso di contestare e tentato di fermare: speculazione edilizia, sfruttamento e devastazione del territorio, indebitamento pubblico, corruzione sistemica, spartizione legale e illegale.
Non è un caso che “il modello Expo” , che utilizza le procedure di commissariamento in senso dirigistico-manageriale ed antidemocratico a sfregio dell’autodeterminazione dei territori, sia stato assunto come fondamentale riferimento del decreto Sblocca Italia, iniziativa legislativa che per esempio va a determinare il commissariamento di Bagnoli con tanto di risposta repressiva nei confronti del dissenso.
C’è in più un elemento particolarmente odioso che permette concretamente a questa mega-macchina e ai processi che le stanno dietro di funzionare e andare avanti: la presenza di manodopera sottopagata o addirittura gratuita. E’ questa anche la novità più forte introdotta dagli accordi firmati tra Expo e le cosiddette “parti sociali”.
I protocolli sindacali e gli accordi in deroga firmati nel 2013 e nel 2014 tra confederali, Comune, Regione ed Expo s.p.a.; la campagna mediatica di reclutamento di forza-lavoro volontaria messa in piede da Expo e istituzioni, anche attraverso gli operatori incaricati di assumere la manodopera (CSV, TCI, agenzie interinali come Manpower ed Obiettivo Lavoro); la retorica dell’esperienza e del curriculum, rivolta soprattutto agli studenti delle scuole superiori e universitari, finalizzata solo a far accettare ai giovani lavori dequalificanti e non pagati; l’eccezionalità dell’evento come giustificazione per la sospensione del diritto di sciopero e per la precarietà a tempo indeterminato come unica possibilità: tutto questo non solo anticipa, ma è peggiorativo rispetto al Job’s Act e ai decreti attuativi.
Expo 2015 è un evento non solo italiano, ma anche europeo e internazionale: esattamente come il progetto nazionale di riforma del lavoro, anche la “possibilità” dell’Esposizione universale è rivolta soprattutto al precariato giovanile, identificato con la sigla NEET, quindi come inattivo e disilluso, o per scelta o perché “ingabbiato” dai vecchi diritti sindacali che si vorrebbero appunto ridurre o addirittura cancellare.
Expo darebbe la possibilità di “viaggiare nel mondo” e “stringere amicizia” con migliaia di persone al giorno, aumentando i “like” su Facebook. In altre parole il lavoro gratuito per Expo si basa sull’ingannevole retorica della promessa di visibilità (e forse di un lavoro in un futuro che non arriva mai) che anima da anni tutti i lavori precari e la rende un sistema accettato e accettabile, senza rispondere in alcun modo alla povertà e alla disoccupazione strutturale che ci aspettano e che stiamo già vivendo.
Il prossimo 14 novembre incrociamo le braccia, incrociamo le lotte: sciopero sociale, scioperiamo Expo.
Rete Attitudine No Expo
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