2. ANOMALIE URBANE
DIFENDERE LE OCCUPAZIONI
Via Val d’Ossola 4, Via Timavo 12, Via Rosmini 11, Via Boccaccio 6 e oggi via Verità 3. Questi indirizzi possono dire molto a chi li ha attraversati e vissuti, ma prima che un collettivo decidesse di occuparli e renderli vivi erano semplicemente aree dismesse, “buchi neri” nel tessuto urbano destinati a diventare nei piani dello speculatore di turno residenze di lusso o centri commerciali, oppure a marcire per decenni in attesa di un “cambio di destinazione d’uso”.
Nel nostro percorso dal 2003 a oggi, tra esperienze durature e temporanee (TAZ), si contano circa una ventina di occupazioni. Riappropriarsi di uno spazio risponde innanzitutto alle necessità e ai desideri del collettivo occupante, a sua volta rappresentativo di un’ampia fetta di popolazione della città che si rispecchia nel significato profondo di un centro sociale occupato, ossia un progetto politico basato sull’autogestione, sulla socialità spontanea, su relazioni solidali, su un modello aggregativo e culturale accessibile. Attraverso forme di autorecupero, come i lavori collettivi autogestiti, si dà nuova vita a spazi vuoti, trasformandoli in luoghi accessibili a chi abita il quartiere o l’intera città.
In una città come Monza, storicamente ostile e avara di occasioni soprattutto per la popolazione giovanile, il centro sociale occupato rappresenta da vent’anni una straordinaria anomalia, da supportare e difendere contro gli attacchi repressivi della Giunta o della Questura.
L’occupazione è infatti da sempre osteggiata da chi governa i territori, non tanto perché si tratta di un’azione giuridicamente illegale, bensì perché come pratica anticapitalista è in grado di mettere in discussione i cardini della speculazione e della cementificazione, sostituendo il paradigma della messa a valore con quello del riuso, anteponendo il concetto di bene comune a quello di profitto privato.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un inasprimento delle misure repressive contro la pratica dell’occupazione e anche qui a Monza la Giunta Pilotto sta adottando le misure introdotte dal Governo Meloni per provare a ostacolare il nostro percorso ventennale: continuare a occupare significa quindi scegliere con determinazione di non abbassare la testa di fronte a questi attacchi, ma al contrario, rispondere colpo su colpo, certə che questa sia una delle pratiche più coerenti del nostro agire politico.
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