Il persistere della criminale aggressione militare israeliana ai danni della popolazione di Gaza ci impone un continuo impegno, da una parte per esprimere il nostro dissenso nei confronti delle scelte del Governo israeliano, dall’altra per garantire visibilità ai fatti che stanno veramente accadendo a Gaza, modificando la prospettiva proposta dai media nazionali.
Per questo motivo il Boccaccio aderisce alla manifestazione nazionale che attraverserà le strade di Roma sabato 17 e di cui riportiamo qua sotto uno dei diversi appelli.
Roma – 17 Gennaio 09, Appuntamento h 14 P. Aldo Moro
Stop Occupation!
Free Palestine!
Sono quasi mille le vittime, quasi tutte vittime civili, oltre trecento i bambini, uccisi prima dalla furia devastatrice
dell’attacco aereo, poi dall’esercito di terra. Spazzati via gli aiuti dell’Onu, stracciate le tre ore di tregua giornaliera, oscurata l’informazione. La guerra di Israele contro Hamas è in verità un massacro, la striscia di Gaza, un lager a cielo aperto. Una guerra, l’operazione «piombo fuso», preparata con cura e anticipata da un
embargo violentissimo che per mesi ha impedito l’intervento umanitario a sostegno della popolazione civile. Gaza è una prigione, una prigione di morte che non risparmia nessuno, a Gaza si esprime un nuovo atto di
quella guerra globale al terrorismo che dal 2001 non ha smesso di creare catastrofi umanitarie e politiche senza precedenti. Chiaramente
stiamo parlando di un conflitto, quello israelo-palestinese che ha una
storia lunga, una storia fatta di colonialismo e violenza
(l’occupazione da parte di Israele dei territori a partire dal 1967).
Nello stesso tempo questa continuità drammatica ha subito in questi
anni, dall’assedio di Ramallah ad Arafat nel 2002 fino alla vittoria
elettorale di Hamas nel 2006, una mutazione tutt’altro che marginale.
La scena palestinese si è frammentata e divisa, basta pensare alle
dichiarazioni di Abu Mazen durante l’inizio dell’attacco di terra o
alle attività repressive in Cisgiordania.
Su tutto, poi, sembra giocare
un peso enorme non solo la vicenda libanese dell’estate del 2006,
quanto il ruolo di Teheran e la sfida atomica lanciata da Ahmadinejad:
questi due elementi sembrano più di altri, sicuramente più dei pochi ed
inefficaci missili lanciati da Hamas (formazione integralista,
ricordiamolo, rafforzata e non depotenziata dall’escalation militare di
Israele), essere causa della violenza devastatrice di Israele.
Queste
sono considerazioni importanti che ci aiutano ad inquadrare meglio
quanto sta accadendo, fuori da ogni schema ideologico, nella
consapevolezza che non esistono soluzioni facili ai problemi che sono
in campo e che stanno nuovamente immergendo nel sangue le terre
palestinesi.
Nulla di tutto ciò però, ci impedisce di pensare in
termini netti la nostra ostilità alla guerra, al massacro dei civili!
Nulla di tutto ciò ci impedisce di desiderare la libertà e
l’autodeterminazione del popolo palestinese!
Le mobilitazioni mondiali
di questi giorni, inoltre, ci dimostrano che questa sensibilità è
diffusa e che i palestinesi non sono soli. Sabato 17 ci sarà una grande
manifestazione nazionale a Roma e ci sembra necessario dire la nostra e
partecipare. Le battaglie che ci hanno visto protagonisti in questi
mesi parlano di un conflitto, quello sulla formazione, che non si è
ancora chiuso e che sarà al centro delle nostre future mobilitazioni,
nello stesso tempo riteniamo fondamentale che l’università, le scuole,
gli studenti, non siano indifferenti a quanto sta accadendo nel mondo e
in Medio oriente.
Per questo proponiamo di dare vita all’interno del
corteo ad uno spezzone universitario e studentesco che sappia dire con
rabbia ed indignazione che la guerra deve cessare.
Appuntamento h 14
P. Aldo Moro (poi ci si muove verso il concentramento del corteo)
Stop
Occupation!
Free Palestine!
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