Note sulla repressione monzese

1) Che fine ha fatto la Foa Boccaccio? L’ultimo anno è stato frenetico: da quando ci hanno sgomberato dall’occupazione di Via Timavo, nell’agosto 2023, fino al giugno scorso, abbiamo occupato cinque diverse aree abbandonate della città. Ma non solo: abbiamo continuato a organizzare eventi, serate musicali, proiezioni di film, cortei, assemblee pubbliche e presidi, oltre a una rumorosa street parade. Dopo tutto questo divertimento sono arrivate le sbatte.

2) Elenco sbatte:
Via Timavo, Luglio 2021-Agosto 2023: Dopo lunghi mesi di appostamenti di sbirri e schedature di massa fuori dal posto, 4 compagni denunciati per invasione di terreni (occupazione) e furto di corrente elettrica.
Via Val D’Ossola, 21-26 settembre 2023. Dopo mesi dallo sgombero, arrivano 9 denunce per occupazione.
Assemblea in piazza Trento, 27 settembre: A poche settimane dalla partecipata assemblea pubblica post sgombero e dal corteo spontaneo partito subito dopo, 2 compagn3 denunciate per manifestazione non autorizzata.
Via Boccaccio, 15-20 giugno: Durante le operazioni di sgombero, denunciate per invasione di edifici, in concorso, le 7 compagn3 presenti alla colazione resistente fuori dall’occupazione.

3) Diamo i numeri : In pochi mesi abbiamo quindi collezionato ben 22 denunce (lo stesso numero di quelle “raccolte” nei 20 anni precedenti), per reati che attualmente possono arrivare fino a 4 anni di reclusione e più di 2000 euro di multa. Non male per l’unico collettivo che a Monza prova (e riesce!) da 20 anni a far vivere la città creando spazi aggregativi e politici dove organizzarsi per lottare e fare cultura e socialità fuori dalle logiche del consumo e del profitto.
4) Quindi? Ci sembra chiaro che l’intento di tutte queste denunce sia farci smettere di lottare, cercando di disgregare il collettivo e colpendoci anche economicamente. Ma hanno fatto male i loro conti! Oggi più che mai il nostro progetto politico lascia il segno nella triste città governata da Pilotto, costituendo un punto di riferimento per giovani e meno giovani della città.

5) Chi paga l’avvocato? Crediamo che il modo migliore di rispondere a queste intimidazioni, in questi tempi bui, sia continuare a organizzarsi e dimostrare che esiste un’alternativa pratica a questo mondo infame. Ma per continuare a esistere e resistere ci serve il sostegno e la solidarietà di tutt3. Quello che facciamo non va dato per scontato: continuate a supportarci!

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