Premio Massimo “Topino” Ruffini alla FOA Boccaccio

FOA Boccaccio 003 premiata a LA TERRA TREMA

Domenica 1 dicembre, nel corso della giornata conclusiva de LA TERRA TREMA, ci è stato consegnato un premio che ci emoziona, nella sua profonda ricchezza di significati, umani e politici. Ringraziamo di cuore chi ha deciso di individuare proprio nella nostra esperienza territoriale un percorso meritevole di questo riconoscimento: ricambieremo l’affetto, la stima e il supporto ricevuti con l’impegno di dare seguito nei tempi futuri a quanto fatto in questi ultimi vent’anni. Per continuare a scrivere insieme la nostra storia.

Vi lasciamo quindi alle belle parole dei compagni e delle compagne de LA TERRA TREMA dedicate alla FOA Boccaccio.

“Nel 2024 ha collezionato almeno cinque sgomberi, una ventina di denunce, numerose multe, bieche querele, viscosi articoli sulla stampa; ha alimentato leggende e ha fatto scaldare gli animi nei consigli comunali. Ciò nonostante ha continuato sulla sua strada, proponendo concerti, street parade, assemblee pubbliche, presidi, proiezioni, rassegne, presentazioni editoriali, manifestazioni dedicate al vino e alle agricolture, La Volpe e l’Uva, riprendendosi piazze, strade, capannoni in disuso.

Il Premio Massimo “Topino” Ruffini per il 2024 va, nella sua concretezza estrema, alla FOA Boccaccio, che «è autorganizzazione a Monza dal 2003». Che è storia di autogestione, conflitto, lotte territoriali e amore riottoso verso la propria città, verso il mondo e le sue genti.

Lo assegniamo a lei, malgrado non sia storia giovane, anche se giovani sono le anime che agitano quel luogo oggi “astratto” e le sue pratiche.

Giovani estremi.
Quella delle occupazioni e dei centri sociali, è questione novecentesca, unica, mai vista prima.
Nel cancello forzato, nel filo spinato interrotto dal morso del tronchese, nella presa dei luoghi in abbandono, nello strappo, nell’impugno delle proprie sorti, nell’autoprodurre (per sé, per tutte, per tutti) musica, cultura, nel creare, luoghi da abitare, possibilità di socialità e protezione, di luoghi vivibili e vitali, lì ha insinuato la sua fenditura, lì ha scavato la crepa nel petto di una creatura anch’essa figlia del secolo scorso: il capitalismo, disumano affare, mercificatore omicida.

Oggi luoghi come Foa Boccaccio, Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito, luoghi di occupazione, di autogestione, i luoghi di conflitto devono essere custoditi con le forze e l’impegno di tutte/i: DDL sicurezza, in ultimo, le politiche urbane, direttive di Stato, indicazioni alle prefetture e ai questori vanno in un’unica direzione: cancellare ogni cosa, disarmare e arrestare ogni intenzione.
Serve avere consapevolezza dell’imminenza di questo attacco. Serve capire bene che avviene alle nostre porte e che riguarda le libertà di tutte/i. Sempre di più.

Che questa forma di latte, caglio e sale possa fomentare la rivolta delle gioventù sgomberate, arrestate, denunciate; che possa generare nuove gioventù estreme.
Che siano occupate ancora altre cento cartiere, palazzine dismesse, altre mille di case vuote.
Anche in questo nuovo secolo, per altri cinquant’anni”.

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