C’è un’attività che non passa mai di moda: infangare i movimenti per spaventare le persone e tenerle lontane dalle piazze. E nel frattempo costruire la figura del nemico pubblico che legittimi ogni possibile intervento repressivo. Una tecnica collaudata da decenni e che vede uniti nel copincolla servizi segreti, prefetti, questure, giudici, giornalisti. Se poi l’evento è “grande” e la figura di merda alle porte “universale”… allora vale tutto, anche copincollare la stessa velina di giornale in giornale.
Gli schizzi di fango lanciati in questi giorni contro i No Expo farebbero sorridere se non fossero così disgraziatamente mistificatori e violenti. Il tentativo di utilizzare la memoria di Genova, falsificando gli eventi e restituendo una versione delle responsabilità politiche che, se non fosse così dolorosa, sarebbe, nuovamente, ridicola, si qualifica da sé: Carlo è stato ucciso da una violenza squadrista; è una nostra storia, e non abbiamo nulla da giustificare.
Abbiamo letto esempi di giornalismo di protoinchiesta, il cui succo consisteva in una diffamazione operata sistematicamente su singoli, identificati personalmente quali “nemico pubblico” al fine di costruire una storia che attiri i palati pruriginosi di alcuni lettori.
Siamo qui a rispedire tutto al mittente: noi partiamo e torniamo insieme, non esistono “buoni e cattivi”, esiste un percorso chiaro, deciso e aperto ed esiste da 8 anni.
Expo non nutre il pianeta: è macchina generatrice di debito, cemento, precarietà, corruzione, devastazione e saccheggio dei territori; modello ben presto esportato in tutto il paese, anticipatore (in senso peggiorativo) delle norme contenute nel Job’s Act, nello Sblocca Italia, nel Piano Casa. Opporsi ad Expo è opporsi a tutto questo: niente opportunità, niente futuro, niente occasioni dentro quel paradigma. La Rete Attitudine No Expo e la sua ricca composizione invece sono portatori di un modello antitetico di città, territori, vita sociale collettiva.
Migliaia di persone attraverseranno le strade di Milano dal 30 aprile al 2 maggio: nessuna macchina della paura e del fango può impedirlo e che ciò accada nelle forme più imprevedibili da parte degli strateghi della criminalizzazione preventiva.
Rete Attitudine NoExpo – milano 2-4-2015