Se la storia e’ tempo come dice di essere, allora la sollevazione e’ un momento che salta fuori dal tempo.
Se lo stato e’ storia , come dice di essere, allora l’insurrezione e’ il momento proibito,un’imperdonabile negazione della dialettica.
Nelle ultime settimane si è generato un grande caos mediatico sul fenomeno dei rave a seguito della morte di Nunzio, un ragazzo di 19 anni, durante le serate del party di Pasqua. Sono state dette e scritte una grande quantità di parole: spesso senza alcuna coscienza di causa, tutti hanno sputato la propria sentenza o cercato di farlo, muovendosi goffamente tra luoghi comuni e pregiudizi. Il Boccaccio ha deciso di tacere a riguardo, nonostante la stampa locale, con il solito fine denigratorio, abbia cercato di chiamarci in causa anche su questi fatti, provando a tracciare ipotetiche corrispondenze tra le attività promosse dal centro e le cause che hanno portato alla morte del ragazzo. Di fronte a questo bieco tentativo di “creare il caso” in città, non abbiamo sentito la necessità di replicare, data la totale mancanza di fondamenti della polemica, caduta di fatto nel vuoto.
Oggi però intendiamo esprimere il nostro punto di vista per comunicare la relazione tra Boccaccio e scena musicale elettronica . Ci teniamo a farlo, perché, come per ogni altra attività promossa, ci piace rivendicare il senso delle cose che facciamo, senza temere il giudizio di nessuno.
Da quattro anni, ossia da quando è nato, il Boccaccio organizza con successo e regolarità appuntamenti di musica elettronica, serate singole (non si tratta di veri e propri rave party) in cui si ospitano anche artisti provenienti dall’estero. Crediamo infatti fermamente nella promozione di ogni espressione contro culturale: con questa “etichetta” si definiscono tutte quelle forme artistiche (musicali, figurative, cinematografiche, teatrali,…) che portano con sé una forte carica di rottura nei confronti dei linguaggi del main stream e delle espressioni artistiche convenzionali. Si tratta di pratiche espressive che nelle forme e nei contenuti assumono un ruolo destabilizzante rispetto a sistemi di valori socialmente consolidati, proponendo modelli di aggregazione e di fruizione di spettacolo che costituiscono un’alternativa radicale ad essi. Queste “leggi” hanno fatto dell’arte underground (quella vera) un’avanguardia nello sviluppo dei linguaggi espressivi degli ultimi cinquant’anni.
La musica elettronica, la musica tekno in particolare, ha rappresentato un motore potente per tecniche di liberazione di luoghi, energie, economie e rapporti tra soggetto e percezioni, per questo motivo è da considerarsi a tutti gli effetti una’espressione contro culturale. I rave party, in questo senso, hanno costituito ambiti di aggregazione spontanei ed autogestiti, nei quali ci si riappropriava, per farli rivivere temporaneamente, di spazi che la società industriale aveva lasciato in disuso. Spazi di aggregazione temporanei (le famose T.A.Z., Temporary Autonomous Zone) nelle quali sperimentare, lontano da qualsiasi logica commerciale, nuove forme di autoproduzione e di nomadismo, sia fisico che mentale.
Nel corso degli anni purtroppo si può dire che i rave party si siano lentamente trasformati in un fenomeno diffuso e in una realtà vissuta da masse di giovani, spesso del tutto inconsapevoli del significato delle situazioni che stanno attraversando. Da fenomeno di nicchia si sono gradualmente trasformati in rito di massa, in un “trapasso” caratteristico di tante altre espressioni controculturali. Da non-luoghi in cui sperimentare forme differenti del vivere sociale si sono “normalizzati”, rischiando di diventare “supermercati della droga” ad uso e consumo di chi, consapevolmente, ha sfruttato un’opportunità di guadagno o chi invece, inconsapevole e felice di esserlo, si è consumato. Come un qualunque altro oggetto offerto dalla nostra società i free party si sono così trasformati, da motori della controcultura a luogo dello sballo del sabato sera, in cui sfogare la settimana lavorativa, sotto le casse.
Consapevoli di questo fenomeno, in Boccaccio abbiamo cercato negli ultimi 4 anni di collaborare con soggetti che avessero dato un contributo significativo nella diffusione in Italia della musica tekno (o elettronica in generale): ancora oggi siamo convinti che fare serate di questo genere all’interno di uno spazio sociale abbia un senso particolare, cercando di dare visibilità agli aspetti che riteniamo più significativi di questa espressione musicale, ossia la lontananza da ogni logica di profitto, la stretta correlazione con le pratiche di autoproduzione (flyer, etichette, abbigliamento,…) e la sua fruizione all’interno di luoghi sottratti al degrado e all’inutilizzo.
Affrontando questo tema, mediaticamente sempre molto delicato, cogliamo occasione di rendere pubblica la nostra “politica” sul tema sostanze stupefacenti. Crediamo che ciascuno sia libero di fare le proprie scelte, rifiutiamo quindi ogni politica proibizionista, adottando invece degli strumenti che facciano della consapevolezza dei singoli e dell’informazione corretta una strategia di dialogo e confronto su questa tematica. Proprio per questo, da aprile, il Boccaccio ha in dotazione durante le proprie serate materiali informativi sulle sostanze stupefacenti e alcool elaborati dal progetto Overland, progetto di prevenzione operativo sui territori del distretto Asl di Vimercate-Trezzo: le cartoline vengono distribuite gratuitamente a tutti coloro che frequentano il centro sociale affinchè aumenti il grado di consapevolezza delle persone. Questo fatto rappresenta un caso unico sul territorio monzese.
Se tanti di noi hanno avuto un contatto diretto con le sostanze (il luogo comune centro sociale = drogati ce lo hanno cucito addosso prima ancora di prenderci lo spazio), forse la cittadinanza non sa che tanti di noi lavorano proprio nel campo della prevenzione e dell’informazione su uso e abuso di sostanze. Se sinora si è parlato di consumi, concludiamo questo testo sottolineando che la Foa Boccaccio contrasta ogni fenomeno di spaccio all’interno dei propri spazi e quattro anni fa iniziò il proprio operato all’interno dell’area proprio sottraendola al degrado e allo spaccio.
Siamo consapevoli che in questo testo sono affrontate sinteticamente una serie di problematiche molto complesse, che necessiterebbero di ben altro spazio di sviluppo, tuttavia ci tenevamo a sottolineare con chiarezza e trasparenza come il Boccaccio e le persone che ne animano le serate interpretano il proprio ruolo di promozione culturale, nel caso specifico in relazione alla musica elettronica.
Concludiamo lasciando spazio ad alcune considerazioni di Kanyar, soggettività che contribuì allo sviluppo del circuito dei free party, che fornisce un punto di vista molto deciso: un pò provocazione, un pò stimolo alla riflessione…
"Dopo anni di esistenza, lo spirito del freeparty è sparito.
Valori ed esperienze che avrebbero dovuto essere in questi party non ci sono più, o sono così deboli che non possiamo separarli o distinguerli da quello che è l’oscura realtà di oggi.
Quando questo strumento non e più usato, noi dobbiamo essere forti abbastanza per abbandonarlo ed andare avanti, sempre se il party sia una delle cose più importanti della nostra vita.
Gettiamo un’ultima occhiata su cosa questi party sono diventati oggi, prima di chiudere questo capitolo e guardare al futuro.
Freeparty oggigiorno è il peggio di ciò che potessimo pensare: un luogo comune.
La cartolina del party è brutta. Noi di solito difendiamo idee ecologiche, il ritorno alla natura, ed oggi c’è spazzatura dappertutto: peggio di quello che i nostri peggiori nemici potevano fare. Nel party, c’è solo libera devastazione ambientale.
Noi di solito predichiamo la libertà di pensiero e la ricerca di vere rivelazioni, innovazioni artistiche, ma adesso tutto quanto è scaduto.
– la musica è ritornata dentro uno standard, è chiusa, ed il contesto stesso con lei.
– altre performance artistiche non hanno più potenziale, sono deboli, ed adesso non c’è niente di nuovo per sostenere il party che sta morendo soffocato.
– non c’è più niente di iniziatico nella droga, e questa viene consumata in un modo barbarico, sconsiderato e malato. Il METODO è diventato PRODOTTO.
– le persone non fraternizzano con le altre, sono ANESTETIZZATE dalle droghe, chiuse, paranoiche, violente, tristi. Queste persone riproducono nel freeparty le peggiori abitudini ed i peggiori schemi sociali.
– il party, che vuole essere un posto di libertà e sperimentazione, è diventato un grottesco supermarket, e stimola ogni abuso ed incoerenza. Ha perso il suo spirito, e sembra che questo vada bene a tutti. E’ il regno dell’assurdo.
Il freeparty non è altro che il pretesto per distruggere se stessi ed il resto. Comunque, ci sono molte eccezioni, molte piccole speranze di cambiare questo mondo , ma un’occhiata in generale ci mostra quanto sia tutto quanto pervertito.
Noi dobbiamo adesso spostare la lotta in nuovi territori, con modi differenti. Niente finisce, e certamente non la speranza."
FOA BOCCACCIO 003 & BLACKQIREX