LA STORIA SI RIPETE: ANCORA BLOCCHI AI CANCELLI DI VIA RUBATTINO
Due giorni di picchetto in via Rubattino in sostegno alla lotta degli operai della INNSE di Lambrate: operai e solidali bloccano con successo lo smontaggio e la rimozione dell’alesatrice.

Per molti si è trattato di un dejà vu e la memoria è tornata in fretta all’estate calda del 2009, quando la vicenda degli operai che resistevano asserragliati sul carro ponte per evitare lo smantellamento della fabbrica da parte del vecchio proprietario aveva catalizzato solidarietà e partecipazione di centinaia di persone oltre che attirare l’attenzione dei media nazionali. La storia era finita con la vittoria degli operai, il passaggio di proprietà della fabbrica e la ripresa dell’attività produttiva al soldo di un nuovo padrone, Camozzi…passano gli anni e la storia si ripete.
Siamo nel 2016 e la proprietà ha elaborato un ipotetico piano industriale di rilancio, lo mette al vaglio del sindacato (FIOM), che sigla l’accordo. Gli operai, che vivono quotidianamente la realtà interna dell’azienda e conoscono bene le mosse dei propri padroni, non sono affatto convinti che il piano industriale, gli investimenti, le assunzioni, l’acquisto dei nuovi macchinari siano reali: non sottoscrivono l’accordo e si rimettono, dopo sette anni, in stato di agitazione. E’ in questo momento che, nei mesi scorsi, i media tornano a parlare di INNSE e la narrazione distorta della vicenda descrive gli operai sulle barricate “contro lo sviluppo dell’azienda”. Un paradosso evidente, se si pensa a quanto essi abbiano lottato per difendere il proprio posto di lavoro: insomma, un racconto finalizzato a screditare e delegittimare l’agire dei lavoratori.
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