Ore 00.10 di mercoledì 12 agosto: il presidio di via Rubattino riceve la notizia che presso la Prefettura si sono concluse le trattative per l’acquisizione dell’officina e per il reintegro degli operai da parte del gruppo Camozzi, nuovo proprietario. E’ la vittoria degli operai dopo quindici mesi di lotta.
Si comincia da subito a festeggiare, ma il primo pensiero va ai quattro operai e al delegato sindacale che da otto giorni si sono posti sul carro-ponte all’interno della fabbrica: l’annuncio dell’accordo era ciò che essi attendevano per decidere di scendere ed interrompere la protesta. Presto al megafono viene comunicato a tutti che i cinque stanno per uscire, vincitori. Un assembramento di giornalisti si apposta a ridosso del cordone di carabinieri che presidia i cancelli dell’INNSE, mentre già tutti gli operai ed i militanti del presidio (200 persone circa in totale) intonano cori, celebrando il tanto atteso esito di una battaglia cominciata nella primavera del 2008. All’orizzonte, nel buio del piazzale interno della fabbrica, si cominciano ad intravedere le sagome dei cinque "leoni" (ad accoglierli uno striscione HIC SUNT LEONES) che si dirigono verso i cancelli: più si avvicinano alla folla che li attende, più i cori si fanno sentire. Varcano i cancelli e ricevono l’abbraccio di tutti i presenti, il presidio è in festa e ringrazia i cinque, diventati simbolo della protesta. I volti di tutti testimoniano la grande soddisfazione per il risultato conseguito, non c’è spazio per la stanchezza accumulata in tanto tempo di tensione e sforzo, questa nottata è un’esplosione di energia e di emozione: la battaglia è vinta, gli operai della INNSE hanno vinto contro chi ha provato a speculare sul loro destino. Hanno saputo resistere, controbattere ad ogni situazione ostile, trovando sempre gli strumenti adatti per perseguire il loro unico obiettivo: tornare a lavorare dentro alla fabbrica.
La festa prosegue con le forze dell’ordine che tolgono i cordoni dinanzi all’ingresso della vecchia portineria, permettendo agli operai di riprendere possesso del presidio occupato fino allo sgombero di domenica scorsa. Servirà ancora tempo prima che la fabbrica riprenda l’attività produttiva e una base logistica stabile è fondamentale per seguire con attenzione il percorso che da oggi inizia verso la riapartura della INNSE.
La giornata di ieri, quella più importante per le trattative, era stata particolarmente intensa e prima della svolta decisiva arrivata intorno alle 24, si erano alternate notizie ed emozioni contrastanti. Fin dal primo pomeriggio si aveva la percezione che gli incontri in Prefettura potessero portare in fretta all’esito sperato, ma verso le 18 giunge notizia che sia Genta che AEDES, per motivi diversi, faticano a trovare un accordo economico con il nuovo acquirente Camozzi, il quale fissa un ultimatum per le trattative: o si chiude entro le 24 o Camozzi lascia il tavolo. Al presidio cresce la tensione e si invitano tutti i presenti a rimanere fino alla fine della delicata partita che si sta giocando in Prefettura. I riflettori della stampa sono accesi, anche se sono poche le comunicazioni ufficiali da parte degli attori in gioco. C’è rabbia perchè si teme nei soliti giochi al rialzo del vecchio proprietario, ma speranza e determinazione sono intatte. Gli operai intanto preparano le loro richieste da portare sul tavolo delle trattative e finalmente, verso le 22.30, la Sciancati (FIOM) è convocata in Prefettura per illustrarne i contenuti: forse è il segnale che le altre parti in causa hanno già formalizzato un loro accordo e manca solo un ultimo confronto con i rappresentanti dei lavoratori. Cresce l’attesa per questa fase finale del tavolo di confronto. Nessuno si sbilancia in pronostici, dato che nulla pare scontato in questa storia, in cui si intrecciano interessi di tanti tipi. Poco dopo le 24 la telefonata che scioglie ogni tensione: le parti si sono accordate e hanno accettato le richieste degli operai. La festa può cominciare.
Giungono telefonate anche da Roma, dagli operai sul silos: la INNSE ha fatto scuola nelle pratiche di lotta, ora la speranza è che anche i risultati conseguiti possano essere positivi nelle altre situazioni in cui si lotta per il posto di lavoro. Questa è in primo luogo la vittoria degli operai della INNSE, ai quali va nuovamente tutta il nostro rispetto per la determinazione messa in campo, per la capacità di non perdere mai di vista il proprio obiettivo, per essere riusciti a non sfaldare il loro primo punto di forza, ossia essere un gruppo unito e compatto. Più volte nel corso di queste giornate particolarmente intense, gli operai stessi hanno ringraziato tutti coloro che hanno sostenuto concretamente la loro battaglia e che oggi possono legittimamente sentirsi protagonisti di questo momento storico per le lotte di questi tempi. Il presidio in questi mesi, ma soprattutto in queste ultime due settimane è stato attraversato da centinaia di persone e realtà diverse.
Il Boccaccio, nel suo piccolo, ha dato il proprio contributo di solidarietà attiva in una situazione che ha cominciato a seguire con attenzione dal gennaio di quest’anno. Crediamo importante alimentare gli ambiti di conflitto in cui ci si batte per diritti fondamentali, crediamo nel valore delle pratiche dell’occupazione, crediamo che sia giusto scontrarsi anche a muso duro con le istituzioni e le forze dell’ordine, laddove queste si pongono in difesa degli sporchi interessi di speculatori che giocano sulla pelle dei lavoratori. Seguiremo ancora l’evolversi degli eventi della fabbrica di via Rubattino, il percorso ancora lungo che riporterà i 49 operai al lavoro sulle loro macchine, che hanno difeso in ogni modo. Ma soprattutto proseguiremo nelle nostre battaglie per uno spazio a Monza, con maggiore ottimismo, consapevoli che si può vincere, se si è determinati, convinti delle proprie ragioni, in grado di coinvolgere tanti soggetti diversi nelle nostre rivendicazioni.