SPRAWL: alcune rilfessioni per tracciare un bilancio

A pochi giorni dalla chiusura del festival culturale Sprawl è tempo di bilanci: la settimana di iniziative culturali è stata un successo indiscutibile sotto diversi punti di vista.

Per prima cosa il dato più positivo riguarda la rete di associazioni, collettivi, artisti e singoli che hanno collaborato alla realizzazione del festival ed a cui rivolgiamo il nostro più sentito ringraziamento. Torniamo con soddisfazione a ripetere che Sprawl è nato da un idea della Foa Boccaccio e ben presto si è trasformato in un processo di creazione collettiva che ha visto il coinvolgimento di decine e decine di realtà. Una partecipazione così marcata per quantità e qualità, a nostro modo di vedere, evidenzia non solo il livello di protagonismo culturale che la provincia  di Monza e Brianza è capace di esprimere, ma anche tutte l’inadeguatezza dei canali istituzionali in cui la cultura e l’arte del nostro territorio dovrebbero trovare mezzi e sedi.          

In secondo luogo vogliamo sottolineare proprio il livello qualitativo raggiunto dal festival: un’offerta culturale a 360 gradi, capace di spaziare dal teatro, al cinema, alla pittura, passando ancora dalla fotografia e dalla musica. A Monza non si era mai visto nessuna manifestazione tanto completa ed ambiziosa: l’ennesima riprova della differenza che esiste tra chi si riempie la bocca di parole e progetti vuoti e chi invece caratterizza la propria presenza con percorsi ed iniziative concrete che sanno valorizzare le risorse e le potenzialità della nostra città.

In terzo luogo Sprawl è stato un successo in termini di pubblico: centinaia e centinaia di persone hanno attraversato i luoghi che hanno ospitato le iniziative in programma e migliaia sono state le visite ricevute dal sito dedicato al festival (www.sprawl2009.altervista.org).     

Da ultimo Sparwl è stato una manifestazione che ha conseguito tutti gli obiettivi che si era prefissata nonostante l’opera di ostruzionismo alla sua realizzazione messa in atto dalla giunta comunale di Monza. Rimane ancora senza spiegazione, infatti, il diniego delle autorizzazioni con cui la polizia locale ha cercato di vietare lo svolgimento del festival presso lo Skate Park. Alle richieste di utilizzo dell’area (l’unica location pubblica prevista dalla settimana di eventi organizzati), gli uffici comunali hanno risposto inizialmente negando tutti i permessi ed in secondo momento, solo a seguito di contestazioni, autorizzando lo svolgimento di due giorni di iniziative, a fronte dei quattro richiesti, ed obbligando di fatto lo spostamento dallo skate park all’ex Macello. Nonostante il tentativo più che palese di sabotare e compromettere la realizzazione delle manifestazione, gli organizzatori sono riusciti in meno di 24 ore a riadattare la programmazione e la logistica del festival in conformità con le prescrizioni ricevute, garantendo lo svolgimento della maggior parte delle iniziative in cantiere ed ottenendo l’indiscutibile successo di cui sopra.

E’ questo il modo che più preferiamo per rispondere alla polizia locale ed ai loro mandanti seduti sui banchi della giunta comunale!

L’utilizzo strumentale e politicizzato di organi tecnici non può che preoccupare, e crediamo anche allarmare, tutta quell’ampia parte di società civile cittadina che non ritiene l’utilizzo del suolo pubblico a discrezione di qualche politico, evidentemente a digiuno anche delle più elementari regole di una democrazia, o di qualche funzionario amministrativo decisamente troppo servile nei confronti del potente di turno. Tutta la vicenda non può che assumere toni sempre più allarmati oltre che decisamente grotteschi considerando che tra pochi giorni proprio l’area dello skate park sarà teatro di un’iniziativa musicale patrocinata dall’assessorato alle politiche giovanili, esattamente equivalente dal punto di vista tecnico a quella oggetto della nostra richiesta.  

Ne emerge un quadro che secondo noi ribadisce due questioni imprescindibili:

  • l’urgenza di un periodo di contestazione politica contro questa amministrazione comunale ed a quella neonata provinciale (sua parente stretta), che si dimostrano completamente sorde alle istanze ed alle esigenze del proprio territorio, che fanno della città vetrina il loro credo politico e che paradossalmente proprio in occasione del Forum Mondiale dell’Unesco hanno ribadito ancora una volta la loro estraneità al concetto di cultura.

  • L’esigenza che sul nostro territorio trovi presto casa un nuovo centro sociale, che sulla scia dell’esperienza della Foa Boccaccio, possa diventare il naturale teatro per tutte quelle realtà, quelle associazioni e quelle migliaia di cittadini che nella passata settimana hanno dato vita il festival Sprawl assicurandone nei fatti il più pieno successo.     

FOA BOCCACCIO 003     

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