Siamo nel vivo della campagna elettorale e, mentre la Lega distribuisce sapone per lavarsi le mani dopo aver toccato un immigrato (http://www.repubblica.it/cronaca/2010/03/20/news/sapone_arezzo-2779667/), Berlusconi e soci danno letteralmente i numeri (http://www.arengario.net/poli/poli427.html). Non ci sorprendiamo e preferiamo continuare ad essere impegnati sul territorio monzese perchè idee e ideali proposti dalla "cultura di destra" incontrino la resistenza di sempre più cittadini, realtà sociali, politiche e culturali, disposti a spendersi attivamente nella promozione di modelli di pensiero completamente diversi.
Il 20 marzo a Monza il Boccaccio è stato perciò in piazza nel pomeriggio, insieme al Gruppo d’acquisto popolare Le Perle ai Porci, ai Mediatori di Quartiere, al Collettivo Sociale Monza e al Colectivo de Mujeres di Matagalpa (Nicaragua) per un’azione teatrale sul tema dell’antirazzismo e del rifiuto del clima di paura nei contronti dell’immigrato che chi ci governa costruisce ad arte per nascondere la propria incapacità di affrontare il fenomeno migratorio.
Abbiamo attraversato le vie del centro volantinando e raccogliendo il parere dei passanti su quale fosse la loro paura maggiore: ciascuno scriveva la propria paura su alcune grosse scatole di cartone, metafora dei singoli mattoni che, uno insieme all’altro, costruiscono attorno a noi un muro di incomunicabilità con gli altri, un muro di paura appunto, una barriera che non ci permette di conoscere "l’altro" e ci isola, in maniera del tutto funzionale a chi ci vuole chiusi in casa, davanti alle tv, lasciando le strade vuote, desertificando le città, cancellando gli spazi di socialità vera.
Le scatole hanno poi costituito la scenografia per l’azione teatrale, messa in scena due volte, inizialmente nei pressi della UPIM, in un secondo momento all’Arengario: l’azione ha messo in luce proprio questa dinamica perversa, che ci vede coinvolti quotidianamente, laddove media e politici fanno a gara ad identificare il nemico sociale di turno (oggi, molto spesso, l’immigrato) e noi spesso ci lasciamo abbindolare e cadiamo nel tranello, plaudendo alle soluzioni facili (ordinanze ad hoc per i "ghetti", politiche securitarie, aumento delle forze dell’ordine, telecamere in ogni angolo della città…). La possibilità di uscire da questa situazione risiede invece nell’atteggiamento opposto, ossia nella rottura del muro, nell’abbattimento delle gabbie che ci lasciamo costruire attorno, nel dialogo con ciò che non conosciamo.
Simbolicamente abbiamo depositato le scatole della paura davanti al Municipio, luogo del potere oggi detenuto a Monza da un partito razzista e xenofobo quale si dimostra quotidianamente la Lega Nord. La Giunta Mariani non costituisce di certo un’eccezione rispetto a quanto accade nel panorama nazionale: ordinanze e provvedimenti razzisti si promuovono anche in piazza Trento e Trieste e più volte abbiamo preso parola in merito a questo.
La giornata si è poi conclusa come previsto con una serata dedicata a tanti progetti che invece promuovono integrazione e cooperazione tra culture ed individui, serata che ha visto il coinvolgimento di centinaia di persone: la Monza antirazzista c’è e si vuole far sentire, in maniera autorganizzata e senza alcuna ambizione elettorale.
FOA BOCCACCIO