La FOA Boccaccio ha preso parte al corteo a Firenze contro l’operazione repressiva nei confronti del movimento studentesco fiorentino. Il 4 maggio 22 studenti sono stati svegliati dalle forze di polizia che, dopo aver perquisito le loro abitazioni, li ha schedati e ha imposto a cinque di loro gli arresti domiciliari e diciassette obblighi di firma. Ci è sembrato necessario esserci dopo aver attraversato le piazze e le strade di Milano durante le mobilitazioni studentesche di quest’autunno.
Ad essere sotto processo oggi è una generazione intera, una generazione che è nata precaria e che nella precarietà è costretta a trovare la cifra della propria vita.
Dopo i cortei, i blocchi stradali, le occupazioni di quest’autunno, dopo l’esplosione del 14 dicembre, la generazione precaria si è scrollata di dosso la retorica dell’impossibilità del cambiamento, la retorica che ci impone di accettare lo stato di cose presente come un qualcosa di immutabile e da accettare a capo chino.
Quest’autunno si è andati in piazza per rivendicare un futuro e una vita in cui si è liberi di scegliere il lavoro che più aggrada. Si è andati in piazza per bloccare e scioperare le città, fabbriche del nuovo millennio. Si è andati in piazza per rivendicare la libertà di compiere scelte riguardanti la propria vita.
Davanti alla potenza delle rivendicazioni espresse dalle generazioni precarie, lo stato risponde solo con la repressione. Ormai è troppo tardi però, il cambiamento è iniziato.
Massima solidarietà a chi ha subito quest’indegna operazione repressiva.
Le lotte non si arrestano.
FOA Boccaccio