Il Boccaccio intitola il campo di via Rosmini 11 al partigiano Enrico Bracesco

9-10-11 dicembre 2011

MONZA CITTA’ APERTA 

IL BOCCACCIO INTITOLA IL CAMPO DI VIA ROSMINI A ENRICO BRACESCO

Per il quarto anno consecutivo la F.O.A. Boccaccio 003
collabora con la sezione monzese A.N.P.I. “Gianni Citterio” nell’organizzazione
della festa di tesseramento dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. In
occasione della quarta edizione di Monza Città Aperta abbiamo sentito
l’esigenza di compiere un ulteriore sforzo progettuale, estendendo su tre
giornate la festa
(che nel 2008 prevedeva una sola serata di iniziative e
poi si è gradualmente ampliata su due giorni). Questo dato testimonia la
capacità e la volontà di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione
dell’appuntamento (oltre al Boccaccio e all’A.N.P.I., il Teatro alla Scala
Pericolante e i Collettivi Studenteschi) di investire tempo ed energie in un’iniziativa
che porta con sé forti significati simbolici ed elementi concreti di continuità
tra le battaglie di ieri e quelle di oggi, fattori a cui assegniamo grande
importanza, soprattutto nel contesto socio-politico attuale.

Abbiamo deciso di
dedicare la festa di tesseramento 2012 alla complessa tematica del lavoro
,
rendendo i tre giorni di iniziative un’occasione di confronto e riflessione tra
gli antifascisti sul difficile momento che stanno vivendo le nostre generazioni
(chi giovane precario, chi appartenente alla categoria degli ex “garantiti”),
attraverso un’ampia panoramica di testimonianze, spettacoli, momenti di
aggregazione accomunati da un unico filo conduttore: la rivendicazione della
dignità di ciascun lavoratore, di ciascuna lavoratrice, in generale di ogni
individuo sia italiano che migrante, contro le molteplici forme di sfruttamento
che oggi, da Nord a Sud, attraversano il Paese.

 

Dalle rivolte dei braccianti di Rosarno (gennaio 2010) al
presidio permanente dei lavoratori delle cooperative in appalto da Esselunga a
Pioltello di questi giorni, passando per gli scioperi degli stagionali di Nardò
(luglio 2011), abbiamo deciso di affrontare questo tema dando visibilità e
parola a quei lavoratori e quelle lavoratrici che hanno saputo farsi coraggio,
prendendo in mano il proprio destino e affrontando in maniera diretta lo
sfruttatore di turno. E’ in queste
lotte, in queste battaglie quotidiane,
che si consumano spesso lontano
dall’attenzione dei media, che vediamo
rivivere con forza le istanze e il coraggio che spinse negli anni tremendi
della Guerra e del Fascismo migliaia di operai di Monza e Sesto San Giovanni a
confrontarsi con determinazione contro il Regime Nazifascista attraverso gli
scioperi, i sabotaggi, la promozione clandestina di valori e pratiche
antifasciste
: tantissim* pagarono questo impegno con la deportazione nei
campi di concentramento e sterminio.

 

Tra questi operai che
pagarono con la deportazione e con la vita
il proprio impegno antifascista c’era Enrico Bracesco, monzese,
attrezzista alla Breda di Sesto, in prima linea durante i primissimi scioperi
in fabbrica del 1943 e attivo del tenere i contatti con le formazioni
partigiane in montagna
. Figura centrale nella storia della Resistenza
locale, fu arrestato dai Fascisti proprio per la sua instancabile attività
antifascista, che non si smorzò nemmeno a seguito del grave episodio che lo
portò a perdere una gamba a seguito di un incidente automobilistico (il suo
camion carico di armi destinate alle formazioni partigiane si ribaltò mentre
era inseguito dai fascisti). Enrico
Bracesco arrestato, detenuto a San Vittore e poi tradotto nel campo di
smistamento di Fossoli, fu destinato a causa della sua inabilità al lavoro al
terribile Castello di Hartheim
, campo nazista dove il Reich “sviluppava” il
progetto Aktion T4 nella ricerca
dell’eugenia e della purificazione la razza ariana. Nessun detenuto è
sopravvissuto alla prigionia in quel campo, agli esperimenti e alle torture
naziste: anche Enrico Bracesco fu ucciso nell’inverno del 1944, anche se
risulta molto difficile risalire con esattezza alla data di morte a causa della
“premura” con cui i nazisti si impegnarono a distruggere buona parte dei
documenti relativi a ciò che accadde in quel castello.

 

Questa esperienza biografica nelle sue diverse fasi
costituisce una straordinaria testimonianza sia delle battaglie operaie contro
il Regime, che della memoria della Resistenza e della tragedia delle deportazioni
(nello specifico della deportazione politica). Per questi motivi nell’ambito di Monza Città Aperta, abbiamo
deciso di intitolare a Enrico Bracesco il campo sportivo di via Rosmini 11
,
occupato l’8 ottobre 2011, divenuto da
subito polo di aggregazione e laboratorio politico antifascista e antirazzista.
L’intitolazione del campo trae spunto da un altro elemento significativo
della biografia di Bracesco: nei primi anni Quaranta la trattoria Bracesco
(gestita dalla famiglia, tutta fortemente antifascista) di via Luciana Manara
costituiva uno dei più importanti luoghi di ritrovo partigiani monzesi. Una
degli escamotage che i “sovversivi” e “ribelli” di Monza studiarono per
riunirsi senza dare troppo nell’occhio fu la fondazione di una squadra di
calcio amatoriale che si allenava e giocava nei pressi della trattoria.

 

Abbiamo inoltre
realizzato sulla parete esterna del Boccaccio un murale raffigurante proprio il
volto di Enrico Bracesco, murale che ricalca fedelmente parte di quello che nel
Dopoguerra fu realizzato presso la sede del P.C.I. intitolata a lui e ad
Alberto Paleari.

 

Con questi due atti proseguiamo nella strada di un recupero
solido e consapevole di una storia cittadina imprescindibile per le nuove
generazioni, una storia che rischia di perdersi e che invece consideriamo
essere una delle pagine a cui guardare con maggiore attenzione anche e
soprattutto per riattualizzarne pratiche e valori fondanti. Da parte nostra un ringraziamento di cuore
va a Milena Bracesco, che ci ha resi partecipi, attraverso la propria
testimonianza e il permesso di consultare un archivio famigliare dal
profondissimo valore storico e affettivo, dell’ esperienza biografica del padre
,
di cui nessuno di noi può avere la presunzione di essere erede, ma di cui
certamente ciascuno sente forte l’esigenza di farsi testimone.

 

LA CERIMONIA UFFICIALE DI INTITOLAZIONE DEL CAMPO E’ PREVISTA PER
DOMENICA 11 DICEMBRE ALLE ORE 14.30, ALLA PRESENZA DEI FIGLI DI ENRICO
BRACESCO, MILENA E LUIGI.

 

F.O.A. Boccaccio 003

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