Bloccato il PGT: i monzesi affossano il piano di cementificazione della Giunta

Con una serie di colpi di mano – che gli organi competenti valuteranno se e quanto legittimi- nella tarda notte di mercoledì 22 marzo la Giunta Mariani ha legiferato per riadottare la variante al PGT. Questo non significa che la variante sia stata approvata; significa che la maggioranza che uscirà dalle urne di maggio si ritroverà tra le mani questo identico progetto urbanistico, il cui iter è stato di fatto congelato fino a dopo l’8 maggio.

Dunque, né approvata né fatta decadere, la variante al PGT rimane come una pesante minaccia sopra la città, influenzando definitivamente tutta la campagna elettorale.

Tralasciando le questioni tecniche e legali, scegliamo di commentare la questione da un punto di vista prettamente politico, punto nel quale ci ritroviamo fianco a fianco con tutte le cittadine e i cittadini, le associazioni e i comitati che in questi mesi hanno speso con noi tempo ed energie sul questo progetto urbanistico.

 Andiamo con ordine, perché gli eventi sono stati davvero contraddittori:

Domenica 18 la maggioranza non aveva i numeri per votare e governare, era cioé minoranza; l’approvazione della variante si è dimostrata impossibile anche al di là di tutti i cavilli e le infrazioni che la Giunta ha messo in campo in questi mesi per proseguire sulla sua strada. Ci hanno provato fino all’ultimo minuto, ma la loro incapacità, i loro dissensi interni e la nostra determinazione hanno avuto la meglio su tutti i loro sotterfugi: la tanto contestata variante non passa.

La maggioranza però ha provato in ogni modo a negare questa sconfitta politica pesantissima, che avrebbe dovuto portare automaticamente alla sua caduta: infatti domenica 18 marzo la crisi non viene formalizzata.

All’opposto, lunedì 19 marzo ha cominciato a girare la voce che volessero procedere alla riadozione della variante, aggirando la decadenza degli atti, che vorrebbero nella data del 18 marzo l’ultima disponibile per approvare la variante.

Mercoledì 21 marzo, nell’ultimo Consiglio serale disponibile prima del suo scioglimento e dell’inizio del periodo della campagna elettorale,pare che stia per ripetersi lo stesso copione di domenica, quando provvidamente, ricorrendo la maggioranza a un paio d’ore di pausa della seduta, i consiglieri di Forza Lombarda, Scotti e Brioschi, da sempre contrari alla variante, ravvedono le loro opinioni e si rendono responsabili della sua riadozione, quindi salvandola in extremis.

Non sappiamo quale contropartita essi abbiano potuto ottenere, ma sicuramente sapremo a chi attribuire la responsabilità di un’eventuale approvazione di questa stessa variante, da parte della prossima giunta.

 

Proprio questi ultimi eventi sono la riconferma di tutta l’arroganza e l’autoreferenzialità della Giunta Mariani, di questo potere amministrativo e dei potentati affaristici che dietro di esso si nascondono: mesi e mesi di mobilitazione da parte di centinaia di cittadini in numerose iniziative pubbliche non hanno smosso la giunta dalla difesa a oltranza della variante.

Aggiungiamo che nemmeno è stata considerata la contrarietà,formalizzata in diversi documenti ufficiali, da parte di organi politici amici-regione Lombardia, provincia di Monza, 4 circoscrizioni di cui tre in mano alle destre- e i passi indietro di alcuni consiglieri della maggioranza, che hanno forse percepito la pericolosità ecologica, urbanistica e democratica della variante e il peso che questo progetto avrà nell’atto di voto, essendo buona parte della cittadinanza contraria.

Restiamo molto perplessi anche davanti al comportamento dell’opposizione, di cui non risulta chiara né la strategia scelta per quest’ultima seduta né la valutazione del risultato finale. Perché decidono di temporeggiare fino alle due e trenta del mattino, aspettare che il grosso dei cittadini e dei comitati presenti in aula vada legittimamente a dormire e come se nulla fosse abbandonare l’aula prima della votazione scambiandosi trasversali pacche sulle spalle?

Questi episodi però ci danno l’ennesimo segnale di raccomandazione: la mobilitazione popolare deve continuare anche dopo il periodo elettorale, indipendentemente dai vincitori.

Capiamo il fastidio che possono dare i cittadini a chi è solito amministrare la città dall’alto del palazzo, salvo poi mischiarsi tra i comuni mortali in periodo elettorale.

Solo il nostro occhio attento può vigilare, affinché infiltrazioni di interessi affaristici, elettorali e personali non prevalgano sull’utilità pubblica, in un tema dirimente come l’urbanistica.
Potere al popolo!

F.O.A. Boccaccio 003

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