La FOA Boccaccio, interna alla Rete Climate Camp, ha partecipato
all’organizzazione del pullman per scendere sabato 13 ottobre a
Ravenna per contestare CMC (Cooperativa Muratori e Cementisti), una
delle più grosse aziende di costruzioni italiane, esecutrice di molte
delle grandi opere contro cui agiamo e legata a doppio filo a partiti
e a ‘ndrine.
Sabato mattina il potere che CMC vanta sulle istituzioni non ha
tardato a palesarsi. Arrivati al concentramento delle 9.30 presso il
CS Torchiera, i militanti si sono trovati di fonte a una situazione
anomala: per la prima volta a memoria di militante, davanti allo
storico centro sociale milanese, la DIGOS, spalleggiata da due
camionette e due auto, ha preteso di controllare il carico in stiva e
qualche zaino personale dietro la minaccia, se non si fosse accettato,
di un fermo più articolato in autostrada.
Consapevoli del grave atto intimidatorio e del fatto che questo sarà
irrimediabilmente un triste precedente, abbiamo ritenuto più utile
fare buon viso a cattivo gioco per arrivare a Ravenna in tempo per il
corteo, lasciando il compito ai nostri comunicati di denunciare a
posteriori le forti pressioni che la CMC e l’amministrazione di
Ravenna hanno fatto sulla questura di Milano per arrivare ad allestire
questa messinscena.
Logico poi aspettarsi quello che avremmo trovato realmente a Ravenna:
una maglia repressiva oltre ogni motivazione, composta da svariate
camionette in testa al corteo, altrettante in coda, DIGOS di tutta
Italia tra i cordoni, elicotteri e addirittura un drone munito di
telecamere sopra le nostre teste, con negozi intimati alla chiusura,
tombini piombati, cassonetti e cestini della spazzatura
temporaneamente rimossi e ovviante buona parte di cittadinanza
frastornata e impaurita, chiusa in casa.
Dalla cronaca alla lettura politica il passo è breve. Siamo stati
testimoni di un chiaro segnale intimidatorio: CMC non si tocca. Troppo
potente in Italia, troppo dentro le istituzioni e i partiti, troppo
comoda nei salotti che contano.
Ci chiediamo però chi fossero i destinatari di tale segnale. Solo noi
manifestanti? La cittadinanza? Oppure i movimenti di lotta
territoriale sempre più numerosi e diffusi?
Non ci sfuggono né i legami tra CMC e Partito Democratico, dove
Bersani ed Enrico Letta fungono ancora da padrini di questa
cooperativa, né la valenza che hanno alcune grandi opere in cui CMC
lavora, catalogate come “opere di interesse nazionale”, dove i
cantieri sono protetti da corpi militari, le aree sono off-limit
perché strategicamente rilevanti e si utilizzano fondi “speciali”,
dalla Cassa Depositi e Prestiti ai project bond.
Da Milano, la nostra battaglia contro EXPO, TAV e grandi opere non
avrà esitazioni; anzi vediamo aumentata la nostra rabbia di fronte a
quanto arrogante, violento e colluso si mostra questo sistema, portato
avanti tanto del governo nazionale quanto dalle amministrazioni
locali.
Le nostre voci e i nostri corpi, lacerato il silenzio del potere,
prono a CMC, non si fermeranno. Nelle date del 1 e 2 dicembre ci
troveremo a Milano, cuore di EXPO e delle infrastrutture lombarde, con
l’intento di fare un altro passo verso la creazione di una larga
coalizione di territori in lotta.
A voi i droni, a noi i cuori.
FOA Boccaccio 003
http://www.youtube.com/watch?v=ikxe7WA2VSU