Il nero. Il verde. Il rosso. Ma non sono le nostre bandiere.
La galassia dell’estrema destra è come sempre in movimento. Sfaccettata,
violenta, istituzionale, ambigua, tentacolare. A programmi politici
roboanti, seguono presenze di piazza, a volte risibili altre
d’impatto, sempre alla ricerca del riscontro mediatico e della
visibilità che porta legittimazione politica e, quando sceglie di
farsi istituzionale, sacche di voti, agganci, poltrone. E capita che
nel suo caotico agitarsi, la si ritrovi nel nostro stesso corteo, usi
slogan affini ai nostri o, nella sua pochezza intellettuale, provi a rubarci
colori, simboli, concetti.
E’ accaduto un paio di volte nell’ultimo mese.
A Desio (MB), al corteo contro Pedemontana, con l’infiltrazione del
gruppo Domà Nunch ; a Correzzana (MB), al corteo contro
la vivisezione e contro Harlan, dove in piazza c’era il gruppo
chiamato 100% Animalisti e qualche altro
gruppuscolo della galassia nera ambientalista.
In entrambi i casi ci siamo mossi in tempo per non farli proseguire.
A freddo, resta però qualche domanda. Per questo proviamo a fare le
riflessioni che seguono, consapevoli che non sono né esaurienti né
definitive.
Scorrendo le proposte e gli obiettivi politici dai siti di alcuni dei
gruppi più noti – e per alcuni aspetti più istituzionali – del
movimento neofascista italiano, Casa Pound Italia e Forza Nuova, è
evidente come questi si pongano una reale prospettiva di governo – come se
dovessero assumere un ruolo nella gestione politica del paese nel
futuro prossimo – con proposte politiche che vanno dai massimi sistemi
alla difesa di quei diritti che spesso definiamo acquisiti. Dal macro
al micro, dalla rivendicazione della necessità di una forma di Stato
spirituale e paterno alla difesa del diritto alla casa di proprietà –
come il progetto di Mutuo Sociale di CPI – dai discorsi su un’Europa
forte e cristiana alla difesa dell’acqua pubblica – diverse sedi di FN
hanno raccolto firme per lo scorso referendum – dalla gestione delle
banche alla difesa dei territori – pensiamo a Domà Nunch, appunto, o
al malriuscito tentativo di FN di avvicinarsi al movimento NoTAV – dai
proclami razzisti contro la società multiculturale alla difesa del
lavoro – persino CPI ha un sindacato – e a quella dei diritti animali
– 100% animalisti o “La foresta che avanza”, braccio animalista figlio
di CPI – dalle citazioni di evola ai blitz di blocco studentesco – costola giovanile
di CPI – in due licei di Roma al grido di “w il duce”e “scuola pubblica”.
Che queste ambizioni siano al momento risibili è un dato di fatto,
basta contarli in piazza o ricordarne le percentuali di voto nei
recenti turni elettorali. Stando così le cose, questo sistema politico
resterà uno scheletro vuoto. Non possiamo però permetterci di
sottovalutarne i possibili sviluppi e rischi connessi, soprattutto in
termini di consenso. Anche se i paragoni con l’attuale situazione greca
sono ormai inflazionati e, secondo noi, esagerati,siamo consci che un
periodo di crisi istituzionale ed economica come questo richiama fasi storiche
in cui destre più o meno estreme hanno avuto buon gioco a salire al governo,
di ciò “alba dorata” ne è il più recente, pericoloso e violento esempio europeo:
da coacervo di fanatici naziskin, ultras e palestrati, si è trasformato nel terzo partito
greco(secondo i sondaggi del 1/10/12) con uno zoccolo duro tra le forze dell’ordine.
Tutto ciò in un paese dove il regime dei colonnelli avrebbe dovuto
lasciare anticorpi di memoria storica a difesa della libertà
Prendendo ad esempio i cortei sopracitati, è preoccupante notare come molti
partecipanti esterni al “movimento” che incontriamo in piazza ritengano che
l’antifascismo non sia un un loro tema, o per lo meno non debba riguardare le lotte territoriali,
animaliste, per i beni comuni… insomma non dovrebbe riguardare nessuno
degli ambiti su cui verte la nostra azione politica.
E se non è un tema per persone che in un modo o nell’altro
partecipano alla vita democratica, nei comitati nelle associazioni in
gruppi più o meno formali, possiamo pensare che lo sia in individui
singoli che ancora confondono la politica con i partiti?
Per questo ci sembra evidente che aree grigie in cui gruppi di
estrema destra hanno modo di inserirsi non mancano: aree con scarsa o
nulla alfabetizzazione politica e nessuna memoria storica, che nei
giorni della crisi infinita – dell’economia della rappresentanza
politica, della precarietà quotidiana e della struttura democratica delle
istituzioni – attirano l’infiltrazione di soggetti pericolosi, politicamente più
consapevoli e con una chiaro obiettivo da perseguire. Cos’è questo se non un
fertile terreno in cui piantare i semi dell’odio e dell’ideologia del
comando e dell’uomo forte? Una ricetta politica più volte propinataci
in questo ultimo secolo, ma che riesce ancora a trovare adepti; al di
là di ogni disegno politico, la matrice che dà senso all’operato di
questi movimenti risponde all’esigenza di banalizzare il reale e
semplificare all’eccesso la complessità dei tempi che viviamo. Meglio
una risposta granitica e autistica, che il silenzioso nulla delle
istituzioni e le domande irrisolte dei mille esperti spogliati di
credibilità.
Di fronte a tutto cio’ la lotta antifascista deve esere tenuta viva e rinnovata nelle pratiche
odierne oppure morira’ con l’ultimo partigiano . O esce dalle
ricorrenze storiche per farsi agire consapevole oppure restera’ condannata a
soffrire una crescente distanza tra la popolazione reale e i pochi che
la ricordano. O si riescono a creare nuove piattaforme di patto antifascista su
tematiche finora poco monitorate oppure correremo il rischio nel prossimo
futuro di ritrovarci accerchiati.
Sperare in una cronica debolezza dei movimenti di estrema destra è un
errore politico e strategico che non possiamo permetterci.
Ottima analisi compagni, e grazie delle informazioni sui cortei.
Segnalo http://fatelargo.wordpress.com/2012/03/04/furto-mal-destro-la-storia-va-letta-da-destra-verso-sinistra/ in parte sul fenomeno degi “autonomi nazionalisti”