Solidali e complici

La giornata di ieri sarà ricordata come una delle più movimentate del
2012 per la Val Susa.
Abbiamo passato l’intero giorno a seguire gli aggiornamenti di
notav.info impegnato come
sempre in un’opera costante e preziosa di controinformazione.

Giovedì 29 si apre male, malissimo, con l’ennesima operazione
repressiva ai danni del movimento:
le questure di mezza Italia sono coinvolte nel dare man forte a quella
di Torino, con perquisizioni in tante città e notifiche di provvedimenti
a 19 persone in tutto: 8 ai domiciliari con restrizioni gravi, mentre
agli altri sono stati imposti obblighi di dimora e obblighi di firma. I
capi d’imputazione sono violenza, minacce, resistenza a pubblico
ufficiale, danneggiamento, accensione ed esplosione pericolose.
Appare subito evidente che si tratti di un infame atto minatorio
finalizzato a intimidire il fronte di opposizione alla grande opera,
impegnato proprio nei prossimi giorni in una mobilitazione
internazionale che porterà centinaia di NO Tav a Lione durante il
vertice sul TAV tra Monti e Hollande.

Passano poche ore e sopraggiunge un’altra grave notizia che evidenzia
ancor più l’arroganza con cui lo Stato vuole imporsi su chi tenta di
opporre resistenza. Verso le 10.30 del mattino viene abbattuta la
piccola baita-presidio sulla via dell’Avanà, costruzione che serviva ad
impedire il transito dei mezzi di cantiere: si lascia intendere che
presto questa zona dovrà accogliere il passaggio delle mastodontiche
macchine necessarie all’avvio dei lavori di perforazione. Poco dopo
viene sgomberato e sigillato anche il presidio più grande, inaugurato
appena un mese fa nell’area del campeggio, in cui tantissimi valsusini e
tanti compagni solidali da tutta Italia hanno trovato accoglienza e
rifugio durante le passeggiate, le manifestazioni e l’azione quotidiana
di pressione e monitoraggio del cantiere.

Ma le cattive notizie non sono finite: lo stesso giorno LTF annuncia
l’inizio degli scavi per il cunicolo esplorativo nel cantiere di
Chiomonte.

Non è un caso che i lavori di scavo siano partiti proprio mentre il
movimento viene colpito e indebolito da arresti, perquisizioni e
sgomberi e non è un caso che siano partiti appena quattro giorni prima
del vertice Monti-Hollande in programma a Lione, dove ora il premier e
le lobby economiche e finanziarie che appoggiano il TAV potranno farsi
ottima pubblicità, senza l’imbarazzo di dover giustificare un cantiere
immobile.

A leggere queste notizie si ha la netta impressione che si sia di
fronte a una sorta di resa dei conti finale, nella quale chi ha
pianificato lo scempio del progetto Alta Velocità pare intenzionato a
porre fine, manu militari, a ogni focolaio di dissenso.

Ma in Valsusa il focolaio ha radici profonde, ben piantate nel
territorio ed è capace di resistere anche di fronte alla repressione più
feroce: come sempre accade la risposta del movimento non si fa attendere
e a partire dal pomeriggio si succedono una serie di accadimenti che
sono stati in grado di rideterminare gli equilibri di questa battaglia.
La solidarietà attiva ha preso corpo tra presidi e conferenze stampa,
fino alla camminata notturna partita da Chiomonte partecipata da
centinaia di persone, che ha permesso di riprendere possesso per la
notte del presidio forzando il blocco delle forze dell’ordine e
superando le recinzioni poste dagli operai delle ditte del cantiere. La
grande mobilitazione popolare una volta ancora ha saputo rialzarsi dopo
il brusco risveglio, recuperando in parte il terreno perso nel corso
dell’operazione repressiva mattutina.

Abbiamo seguito tutto questo a distanza ma in questo momento ci
sentiamo vicini e solidali con tutti i compagni e le compagne che sono
stati colpiti dai provvedimenti giudiziari. Non ci dimentichiamo che ci
sono ancora NO Tav rinchiusi nelle carceri per i fatti del 3 luglio
2011: non ci stancheremo mai di rivendicare la nostra complicità con il
movimento e con tutti coloro che in questi anni di lotta sono rimasti
colpiti dalla repressione.
Continueremo a seguire la situazione e saremo pronti a portare la
nostra solidarietà attiva se necessario.

Qui a Milano proprio nei prossimi giorni saremo impegnati in una due
giorni dedicata proprio al tema della salvaguardia del territorio
(“Dalla parte della terra”) contro la minaccia delle grandi opere, che
dalle nostre parti si chiamano TEM, Pedemontana, EXPO…certamente nel
corso delle iniziative il nostro pensiero sarà anche e soprattutto alla
Valsusa, alla sua capacità di rialzarsi dopo ogni colpo subito, pronta
per riprendere la marcia e recuperare il terreno perduto.

FOA Boccaccio 003

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