TRASFERTA A CUNEO PER PROCESSO NOTAV
Il 14 luglio 2012 un presidio sotto il carcere di Cuneo in solidarietà
ai prigionieri No Tav e in particolare al compagno Maurizio, qui
rinchiuso da oltre 5 mesi in regime di isolamento totale per i fatti del
3 Luglio 2011 in Valsusa, si è trasformato in un corteo spontaneo che ha
attraversato la città fino alla stazione. Qui, poco prima di sciogliersi
per tornare ognuno nelle proprie città, nasce una diatriba con
un’automobilista spazientitasi per il rallentamento del traffico causato
dal corteo. Questa denuncia alle forze dell’ordine di aver subito
durante la scaramuccia il furto di una cesta di mirtilli, di un
sacchetto di vestiti griffati freschi freschi di shopping (per un valore
di 1700€) e di essere stata ingiuriata e malmenata.
Per questo fatto la procura di Cuneo sta cercando di condannare, con
l’assurdo reato di concorso anomalo in rapina aggravata, quattro
compagni la cui unica responsabilità è stata essere in piazza quel
giorno. Una telecamera della stazione ha ripreso tutta la vicenda ma nel
video dell’accusa non vi è traccia né di aggressioni né di refurtiva.
Eppure nella fase di istruttoria la colpa è già data come assioma: si
parla di gravi indizi di colpevolezza utilizzando spudoratamente come
sinonimi i termini “correo” e “coimputato” per giustificare le misure
cautelari emesse: due obblighi di dimora e due arresti domiciliari.
Vediamo nell’opera della procura di Cuneo uno schema che si sta sempre
più ripetendo a livello nazionale: puntare a una micro-repressione
politica sia attraverso il superamento della responsabilità individuale
grazie all’indiscriminato uso del reato concorsuale, sia attraverso
l’uso strumentale delle misure cautelari.
Il reato di concorso in tutte le sue assurde declinazioni (anomalo,
psichico e morale) permette a Digos e magistratura di andare a colpire
con estrema facilità il correo che più interessa loro poiché con questi
articoli penali tutti possono diventare colpevoli, eliminando la
scocciatura di dover giustificare i capi di imputazione in relazione
all’effettiva responsabilità individuale nell’accaduto. Perché allora
costruire un castello accusatorio su queste fragili basi? La risposta
potrebbe essere che sempre più spesso è la misura cautelare in sé a
essere perseguita dalla procura e non tanto una improbabile sentenza di
condanna. Questo stravolgimento permette di tenere “fuori dai giochi”
per molti mesi qualunque compagno abbia attirato su di sé le attenzioni
degli apparati repressivi.
Invitiamo tutti e tutte a una presenza solidale al Tribunale di Cuneo
lunedì 2 dicembre 2013 alle ore 15 per dimostrare la nostra vicinanza
agli inquisiti: stiamo organizzando un bus, comunicateci la vostra presenza scrivendo alla mail boccaccio@autistici.org)
FOA BOCCACCIO 003
CORDATESA
COMUNICATO SUGLI ARRESTI DEL 16.01.2013
https://boccaccio.noblogs.org/post/2013/01/17/sugli-arresti-del-16-01-2013/
FUMETTO SULLA VICENDA
http://boccaccio.noblogs.org/post/2013/01/21/cuneo-14-07-11-storia-di-una-denuncia/