LA LIBERTÀ NON HA CONFINI
SOLIDARIETÀ AI MIGRANTI IN LOTTA
In questi giorni i leader europei trovano ancora l’ipocrisia di sorprendersi e costernarsi per una tragedia che la chiusura delle frontiere protrae da oltre vent’anni. Per le persone in fuga da guerre e povertà della cui responsabilità l’Occidente non è propriamente esente, quali sono le risposte che finora sono state date? Militarizzazione dei confini e delle città, gestione emergenziale ed improvvisata del fenomeno migratorio e della macchina dell’accoglienza, criminalizzazione dei migranti e di chi si schiera dalla loro parte.
A Ventimiglia non bastavano i rastrellamenti, le detenzioni nei containers e le deportazioni ai danni dei migranti che provano ad attraversare la frontiera: adesso l’apparato repressivo delle polizie italo-francesi si scaglia sugli attivisti che sin dai primi giorni della protesta sulla scogliera hanno deciso di mettersi al fianco di chi viaggia, documentando l’irregolarità delle procedure di respingimento e riammissione in territorio italiano, fornendo assistenza giuridico-legale e contribuendo a dare vita a uno spazio di resistenza e autorganizzazione.
Così, mentre in TV e sui giornali i pianti accorati e le dichiarazioni di sdegno si sprecano, quanti mettono in pratica gli ideali di libertà tanto decantati subiscono denunce, fermi, intimidazioni, incarcerazione preventiva e fogli di via.
Come non sono le recinzioni a Melilla, non sono i centri a Lampedusa né gli stadi a Kos, come non è l’esercito in Serbia e Macedonia, il gas a Budapest, gli sgomberi a Parigi o i cani a Calais a fermare i migranti, allo stesso modo non sarà un pugno di provvedimenti repressivi a fermare il presidio NoBorder di Ventimiglia.
Oggi, domenica 6 settembre, esprimiamo la nostra vicinanza ai migranti che soffrono la violenza delle frontiere e a quanti scontano con la detenzione e l’allontanamento le irresponsabili e razziste politiche europee.
Forse non è un caso che questa data cada tra l’anniversario della morte di Todor Bokanovic, ucciso a 8 anni da un proiettile della polizia mentre la sua famiglia cercava di attraversare il confine franco-italiano a Sospelle, e quello dell’omicidio razzista di Abba. Chi non è così avvezzo a dimenticarsi delle ingiustizie in questi anni ha costruito iniziative che si sono spinte ben oltre la mera commemorazione.
Allo stesso modo non vogliamo dimenticarci di quei migranti attualmente ospitati in Italia che vivono un limbo giuridico altrettanto surreale e colmo di barriere politiche e culturali, come i 600 richiedenti asilo trattenuti nella tendopoli di Bresso, costretti a un’interminabile attesa in condizioni igienico-sanitarie sempre più precarie, e tutti gli altri migranti che in città subiscono emarginazione, attacchi xenofobi e limitazioni alla libertà di circolazione.
Ventimiglia è in ogni città: libertà per i migranti, libertà per i solidali!
#WeAreNotGoingBack
Attivisti e attiviste NO BORDERS