Dopo il Leicester di Ranieri in Premier League e il Portogallo di Cristiano Ronaldo a Euro 2016, una nuova stella si è accesa ieri nel firmamento delle favole calcistiche 2016: è quella della Trattoria Bracesco che, in occasione della quinta edizione del Mundialito Social Camp, la prestigiosa competizione calcistica antirazzista monzese organizzata sul campo sportivo “Enrico Bracesco”, fa sua la prestigiosa coppa.
Che la giornata fosse propizia lo si era capito già dalla tarda mattinata, quando in occasione della prima partita della fase a gironi, Trattoria Bracesco strappa rocambolescamente una storica vittoria nel derby con i cugini/fratelli/compagni della FOA Boccaccio. 1-0 e primi tre punti sulla strada delle conquista del primo posto nel girone (in cui presenziavano anche le temibili Black Panthers), che permette l’approdo a un quarto di finale abbordabile (2-0 contro Mutàr). E’ dopo questo momento che, dopo svariati brindisi prepartita a base di vino rosso, pane, parmigiano e salame, sembra destinata a infrangersi ogni ambizione: la semifinale contro la Brigata Dax non lascia spazio a pronostici favorevoli, ma Trattoria Bracesco imposta una partita di puro contenimento, gioca per lo 0-0 e con una saggezza tattica non comune strappa il pareggio e la possibilità di giocarsi l’accesso alla finale dal dischetto.
La sequenza dai 6 m è lunga e impeccabile: dopo i primi 5 calci il punteggio è di perfetta parità 5-5. Si procede quindi a oltranza ed è qui che arriva l’errore della Brigata che consegna al tripudio della torcida monzese la speranza di giocarsi il trofeo in finale contro i giovani e agguerriti Tommy, di Truccazzano, che in semifinale si erano sbarazzati dei campioni in carica di Claudio Vive Milano Rosso Blu.
Sale il livello alcolico e non ci sono più fumogeni a disposizione: nessuno si immaginava di procedere così in avanti nel torneo. Sulla finale pesa la stanchezza delle 4 partite precedenti e le squadre non offrono un grande spettacolo, ma l’impegno profuso da una parte e dall’altra è palpabile: il campo sportivo Enrico Bracesco è una bolgia pronta ad esplodere quando a pochi minuti dalla fine un colpo di testa ad anticipare il portiere avversario in uscita insacca la rete dell’1-0 per i padroni di casa. L’estasi sportiva di una compagine multietnica dentro e fuori il perimetro di gioco spinge la squadra verso il fischio finale dell’arbitro (che non c’è): invasione di campo, lacrime di gioia, birre e tanto altro condiscono l’attesa della consegna del trofeo, che poco prima di cena conclude questa splendida giornata in cui si è scritta un’altra epica pagina di calcio popolare.