L’anarchico di Barrali

COPERTINA TOMASO

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Una risposta a L’anarchico di Barrali

  1. anto scrive:

    “Gli uomini, si sa, sono come gli uccelli, e quando sono stanchi di volare si lasciano docilmente rinchiudere in gabbia, dimenticando la loro antica selvatichezza di uomini liberi; si spegne così in essi ogni spirito di indipendenza e di propria dignità. Ma per fortuna ogni tanto ce ne sono alcuni che, invece di entrarvi, spiccano il volo verso più liberi e sconosciuti orizzonti. Mirano in alto guardando alla vita qualitativamente. Alle piccole e miserabili certezze e sicurezze personali hanno opposto il rischio di vivere liberamente ogni rapporto, inseguendo la vita fino in fondo. Dentro di sé hanno vinto le costrizioni, le paure, le inibizioni e la cattiva abitudine di subire passivamente questo
    stato di cose. Si sono dati, fuori da ogni logica del risparmio e senza alcun ritegno, alla completa realizzazione della loro vita. Essi sono fra coloro che non hanno mai smesso di considerare ogni condizione sociale provvisoria, benché costretti momentaneamente a soggiacervi.

    Innamorati di un’idea divenuta la propria compagna di vita, essi non si rassegnano mai. La loro forza è nel piacere che si prova sapendo che possono permettersi il lusso di vivere diversamente e fuori da ogni costrizione ogni giorno della propria vita. Nelle loro decisioni rispecchiano la bellezza dell’idea, con delle scelte di vita che sono la vita stessa. Le ideologie di fronte ad essi impallidiscono. Il loro lottare sempre e comunque non è uno strano modo di volersi consumare o di sacrificare la propria esistenza, come a molti compagni appare. Tutt’altro. Essi coerentemente afferrano il piacere, consapevoli che passa per le strade del dolore e consci dei rischi cui vanno incontro con la loro scelta di vita. Non sanno cosa sia il sentimento del debito, per essi la gratuità è il segno più tangibile del loro essere solidali. Non guardano dall’alto verso il basso le debolezze umane, non conoscono la vanità personale, né vantano merito alcuno rispetto agli altri, essi sorridono allo specchio.

    Giunti alla fine del proprio percorso, non hanno alcun rimpianto né recriminazione da farsi rispetto a come hanno vissuto, essi sanno di aver disposto della propria vita come meglio hanno creduto secondo i propri desideri ed inclinazioni, bisogni e motivazioni, manifestando la voglia di assaporare tutto il gusto che gli è stato possibile, fino in fondo.

    Sempre per la rivoluzione sociale e l’Anarchia.”

    (da la quarta di copertina)

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