25 APRILE 2017
Quest’anno abbiamo deciso di passare il nostro 25 aprile in un posto particolare: dal mattino fino al tardo pomeriggio presenzieremo insieme con molte altre realtà presso il campo dei partigiani del cimitero di Monza, luogo in cui sono sepolti i quasi cento antifascisti monzesi caduti durante la guerra partigiana, alcuni uccisi in combattimento in montagna, altri a seguito delle torture subite dai nazifascisti dopo un arresto, altri ancora uccisi in un campo di concentramento nel drammatico contesto della deportazione politica che colpì gli antifascisti dopo il 1943.
Saremo lì con l’obiettivo di ricordare le vicende umane e politiche di tutti questi monzesi che hanno messo in gioco la propria vita per sconfiggere il regime nazifascista e porre fine al periodo più buio della nostra storia recente.
Il nostro sarà un ricordo “attivo”, in cui il coraggio, la fermezza e la determinazione che queste persone animate da principi di libertà e giustizia sociale dimostrarono nell’affrontare il Fascismo, diventano fonte di ispirazione per l’agire quotidiano oggi, nel 2017.
E’ quindi in questa ottica che il secondo obiettivo che ci poniamo presenziando al cimitero è di interrompere la triste e inaccettabile consuetudine che negli ultimi anni ha registrato lo svolgimento presso il cimitero, sia di Monza che di Milano, di iniziative di carattere neofascista (nello specifico organizzate dai neonazisti di LealtàAzione), finalizzate a rendere omaggio ai caduti della Repubblica Sociale Italiana (RSI), ossia a quegli stessi personaggi che sono stati direttamente coinvolti nell’operato del Regime. E’ chiaro a tutti che questo tipo di iniziative, organizzate proprio nella giornata in cui si celebrano la storia della Resistenza e il sacrificio di migliaia di antifascisti uccisi, torturati, deportati dal regime nazifascista, oltre che un chiaro intento provocatorio, costituiscono un tentativo di “smussare le differenze” nel ruolo che ciascuno ha avuto in una fase determinante della storia italiana, cercando di equiparare il valore delle esperienze di chi è morto da torturatore da una parte e chi da torturato per aver difeso la libertà dall’altra.
Per raggiungere questi due obiettivi è importantissima la più ampia partecipazione possibile alla giornata del 25 al campo dei partigiani. Da tutta la galassia di compagni antifascisti, giovani e meno giovani (che dal ’68, al ’77, passando dal G8 di Genova fino al corteo di Cremona per Emilio hanno animato, e tutt’oggi animano quotidianamente, lotte e mobilitazioni intrinsecamente antifasciste) ai migranti, con i quali condividiamo una profonda avversione nei confronti di chi promuove razzismo e xenofobia. E ovviamente i partigiani e i loro parenti che possono testimoniare direttamente cosa è stata la Resistenza.
Insomma tutti coloro che, condividendo la consapevolezza che in tema di antifascismo la delega alle istituzioni è una strategia inefficace, sanno mettersi in gioco personalmente per dare una risposta forte contro il rischio che movimenti ultra-nazionalisti, razzisti e intolleranti si ritagliano spazi di visibilità.
Noi ci saremo, consapevoli che il 25 aprile sia solo una tappa in un percorso più ampio, che riguarda tutti i giorni dell’anno. Una tappa però fondamentale, da non mancare. E’ per questo motivo che rilanciamo con forza l’invito a partecipare all’iniziativa QUESTO E’ IL FIORE DEL PARTIGIANO [ http://www.anpimonza.it/pdf/20170425-monza.pdf ], promossa da ANPI e ANED martedì 25 aprile dalle ore 9.30 alle ore 18 presso il campo dei partigiani del cimitero di Monza e con la nostra presenza garantire che nessuna parata nazifascista ne varchi gli ingressi.
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