Martedì 25 aprile è stata presentata la quinta edizione di Monza partigiana, autoproduzione da noi curata e in costante aggiornamento dal 2004 a oggi. Si riporta qui la prefazione all’edizione 2017.
PREFAZIONE alla quinta edizione (25 aprile 2017)
Questa quinta edizione viene presentata al pubblico in occasione dell’iniziativa “Questo è il fiore del partigiano” presso il campo dei partigiani del cimitero di Monza, iniziativa costruita con l’obiettivo di interrompere l’inaccettabile consuetudine degli ultimi anni, in cui formazioni neofasciste hanno sfilato proprio il 25 aprile presso il cimitero per rendere omaggio ai caduti della RSI.
In questo senso Monza partigiana si conferma uno strumento utile per la battaglia culturale sempre più urgente oggi contro il tentativo, sempre più pressante, da parte di forze e movimenti di estrema destra di prendere piede nei territori. Gli anni passano, i testimoni diretti delle vicende resistenziali scompaiono, la memoria collettiva rischia di perdere punti di riferimento importanti per la salvaguardia di una società basata su una comune sensibilità antifascista, lasciando spazio a compromessi inaccettabili per chi invece quella sensibilità la sente ancora propria e continuerà a utilizzarla come lente per leggere passato, presente e futuro.
Tutto ciò, con l’aggravante di una crisi economica ancora palpabile, l’intensificarsi dei flussi migratori, l’assunzione mediatica dello scontro tra civiltà come paradigma del presente, nonché una diffusa crescita di modelli e approcci egoistici alla quotidianità, crea il terreno fertile per la diffusione di istanze populiste e il ritorno di movimenti neofascisti (ne sono un esempio concreto i successi elettorali di partiti come Alba Dorata in Grecia e Front National in Francia).
Conoscere il passato, la storia del Fascismo e quella della Resistenza è un presupposto fondamentale per trovare motivazioni e legittimità nell’agire quotidiano contro ogni forma di fascismo, razzismo e sessismo. Monza partigiana opera quindi in questa direzione, ripercorre vicende di oltre settantanni fa guardando al presente, invitando tuttavia il lettore a lasciarsi ispirare nel proprio vissuto quotidiano dal coraggio, dalla fermezza e dalla determinazione che queste persone animate da principi di libertà e giustizia sociale dimostrarono nell’affrontare il Fascismo. “Ieri partigiani, oggi antifascisti” non può restare solo uno slogan, ma deve tradursi in pratiche concrete, in ambiti e forme diversi, con continuità e determinazione, perché lo scenario che affrontiamo, inutile nasconderlo, è complesso.
Se a livello nazionale si registra il pericoloso operato di realtà come Casapound o Forza Nuova, a Monza il problema più grave a cui prestare attenzione è l’esistenza in via Dante 3 della sede dei neonazisti di Lealtà Azione, “libera associazione di promozione culturale e sociale” operante soprattutto in Lombardia.
Aperta nel 2011, la sede monzese é diventata uno dei luoghi nell’area metropolitana milanese più pericolosamente popolati da individui che si ispirano direttamente a ideali e immaginari nazisti (a partire dal simbolo, in cui a fianco del gladio fascista compare proprio la sagoma di un lupo, animale frequente nell’immaginario nazista, associato alle virtù marziali e alla casta nobiliare).
Negli ultimi anni la situazione si è aggravata a seguito di una saldatura ufficiale avvenuta con il gruppo ultras del Monza S.A.B. (formazione nata apolitica nel 1994, ma da anni nell’elenco delle tifoserie schierate a destra, come testimonia anche il gemellaggio con gli spagnoli Ultras Boys dello Sporting Gijon, nostalgici del Franchismo): oggi i S.A.B. condividono la stessa sede di via Dante e forniscono un bacino utile per il proselitismo politico neonazista (come avviene a Milano, dove nella Curva Nord interista il gruppo Irriducibili è riferimento di molti hammerskin milanesi).
Oltre a questo piano di reclutamento in curva, Lealtà Azione ha sviluppato una strategia subdola di autopromozione in città, presentandosi nei vari contesti con etichette o sigle che ne nascondono la reale matrice xenofoba e ultranazionalista. Accade quindi che per le ricorrenza del Giorno del ricordo spazi pubblici e manifestazioni vengano promosse come ADES (Associazione Amici e Discendenti degli Esuli Giuliani, Istriani, Fiumani, Dalmati), oppure che banchetti e gazebo in città figurino realizzati dalla onlus BRAN.CO. Branca Comunitaria Solidarista, soggetto che promuove fantomatici progetti di cooperazione a favore delle famiglie italiane colpite dalla crisi, contro la pedofilia, a sostegno di missioni umanitarie, oppure ancora che le attività di tutela del “patrimonio monumentale” relativo ai caduti fascisti della RSI vengano promosse sotto l’egida dell’associazione Memento. Insomma un articolato sistema di scatole cinesi finalizzato a rendere presentabili gli impresentabili, perché, è bene ricordarlo, Lealtà Azione resta l’ambito di riferimento per tutta la galassia hammerskin, network internazionale ispirato da idee neonaziste nato negli anni Ottanta dopo la scissione con il Ku Klux Klan americano. L’attività di questi soggetti gode di un forte sostegno da parte di esponenti della politica di palazzo: a Monza l’ex presidente della provincia Dario Allevi (candidato sindaco alle comunali 2017) non ha mai nascosto le proprie simpatie personali e politiche per i neonazisti di via Dante. A Milano ha fatto molto scalpore la candidatura per la Lega Nord di Stefano Pavesi, militante (brianzolo) di L.A. poi eletto come consigliere nel Municipio 8 di Milano.
In generale si è quindi di fronte a uno scenario molto preoccupante, in cui i fenomeni descritti si sviluppano nella pressoché totale indifferenza (o insaputa) da parte degli abitanti di Monza e delle sue istituzioni. Noi sentiamo invece forte l’esigenza di metterci in gioco e farlo, come sempre, con ogni strumento utile a informare e coinvolgere chi abita il territorio e, allo stesso tempo, contrastare sia i nuovi fascismi sia l’indifferenza complice di chi non si sente coinvolto: Monza partigiana è uno di questi strumenti.
Siamo consci che la sfida che ci attende è tutt’altro che facile, ma è proprio nella lettura delle storie e delle vicende che qui si riportano che troviamo costante motivazione nel nostro percorso.
Buona lettura.
FOA Boccaccio 003