Sabato 23 settembre si è disputata la sesta edizione del MUNDIALITO SOCIAL CAMP sul campo sportivo “Enrico Bracesco” presso la FOA Boccaccio 003 di via Rosmini 11: come già avvenuto nelle scorse edizioni, anche quest’anno abbiamo registrato un grande successo di partecipazione, con 16 squadre iscritte e più di duecento partecipanti alla giornata di sport popolare.
Chi ha vinto la coppa ha poca importanza, ciò che conta è che ancora una volta sul campo di gioco si sono incrociati vissuti ed esperienze molto diversi, la frenesia del gioco è stata scandita da idiomi e dialetti provenienti da tutti i continenti, mentre i momenti comuni “a gioco fermo” sono stati caratterizzati da comunicazioni tradotte in almeno tre lingue. Denominatori comuni di questa incredibile varietà e ricchezza culturale sono stati il rispetto reciproco, la capacità di autogestirsi dentro e fuori dal campo, la collaborazione nella costruzione e nella gestione della giornata, ma soprattutto il rifiuto istintivo per quelle forme di razzismo, fascismo e sessismo che oggi trovano una declinazione istituzionale nelle politiche securitarie sviluppate sia a livello nazionale che a livello locale.
Dagli accordi sottoscritti dal governo italiano con la Libia che condannano a morte e torture decine di migliaia di persone imprigionate in Africa fino alle solerti applicazioni del decreto Minniti-Orlando a colpi di daspo urbano sul suolo comunale, scenari inquietanti sembrano oggi sdoganati in un’opinione pubblica anestetizzata o, peggio ancora, complice di fronte alle molteplici strategie di repressione e criminalizzazione di migranti e individui indesiderati.
Noi non ci rassegniamo a vivere passivamente questa deriva politica e culturale: come più volte ribadito, dentro e fuori alle mura della FOA Boccaccio, sviluppiamo iniziative di contrasto alle logiche descritte, proponendo analisi e momenti di confronto per costruire percorsi di lotta comuni o pratiche di autorganizzazione quotidiana contro chi cerca consenso populisticamente, strumentalizzando paure, precarietà e ignoranza.
Lo sport popolare è soltanto una di queste pratiche, ma certamente tra le più efficaci per il potenziale coinvolgimento, come testimoniato dalla giornata di sabato scorso e da quanto avviene tutti i giorni in Boccaccio nell’ambito dei progetti sportivi (calcio, boxe, rugby).
Tutto ciò avviene nel rifiuto di ogni logica di mercato e profitto, in una dimensione di legittimità in nessuna maniera riducibile al mero concetto di “abusivismo”: in questo momento riteniamo opportuno sottolineare questi aspetti per mettere a tacere sotto l’evidenza dei fatti voci, fantasie, intrallazzi e sotterfugi che Giunta Allevi o FIGC (proprietaria disinteressata di un’area lasciata per anni in stato di abbandono) vorrebbero imbastire per ostacolare i nostri progetti.
L’ex centro sportivo Verga è oggi più vivo che mai e, diversamente dalle altre decine di aree dismesse monzesi per le quali privati e istituzioni non hanno mai voluto e saputo trovare soluzioni concrete, in via Rosmini 11 l’area è tornata a funzionare (e non solo per progetti sportivi), aperta a tutt*, liberata da logiche di profitto, riempita di contenuti. Ciascuno ne tragga le conclusioni.
Giornate come quelle di sabato scorso rinnovano quindi in noi le motivazioni per proseguire con maggiore determinazione nella strada intrapresa e già in calendario figura un altro appuntamento significativo: domenica 22 ottobre, per il secondo anno consecutivo, si disputerà la prima giornata del Campionato popolare di calcio (www.campionatopopolare.it), esperienza di sport popolare unica in Italia.
FOA Boccaccio 003