E’ UN “NORMALISSIMO” MOSTRO E SI CHIAMA CLUB ALPINO ITALIANO (CAI)
E’ la sezione monzese del Club Alpino Italiano, supportata dal fiuto affaristico di alcuni imprenditori locali, a voler comprare l’area dove sorge dal 2011 la FOA Boccaccio 003.
LA TRAMA.
Membri del CAI stanno provando a concludere con la Federcalcio (attuale proprietaria) una trattativa di acquisto dell’area di via Rosmini 11 per poi realizzare un progetto chiamato QUOTA 162, o “Casa della montagna” che incorpori anche una nuova sede del CAI.
Di questo si parla da almeno due anni: dato per imminente sia sulla stampa locale che da persone a conoscenza dei fatti, avrebbe dovuto prendere forma in un’area abbandonata di proprietà comunale in via della Lovera, ma evidentemente tra CAI e amministrazione qualcosa si deve essere rotto proprio sul più bello e la questione si è risolta con un nulla di fatto.
E si arriva ad oggi, con il CAI che, perdendosi tra le decine di aree dismesse e abbandonate della città, schiaccia lo stivale proprio sull’area da noi occupata e riqualificata. Un inciampo imperdonabile, se accadesse. E inqualificabile, anche quando questo tentativo di accaparrarsi l’area avvenisse millantando l’apertura alle passioni sportive della città, le possibilità offerte a chi ama gli sport verticali e chissà quale altra retorica offerta a chi è giovane o si sente tale.
NOI.
La realtà esige da noi poche parole, ma chiare: ci sono centinaia di palazzine vuote da scalare. Qualche vostro collega le ha costruite, qualche altra associazione avrà immaginato di entrarci. E’ roba del vostro sacco.
Invece via Rosmini 11 non è vuota e non è da riqualificare: per alcuni è casa, per altri è luogo di passioni e relazioni, di politica e solidarietà; per tutte e tutti è spazio antifascista e antirazzista, aperto ai progetti di affermazione del sé, alle singole tensioni e alle lotte contro il capitalismo, spesso incarnato in questi normalissimi
mostri. Insomma un punto di riferimento per tutto il territorio, in cui si incrociano le strade di migliaia di persone, in larga parte giovani, che si attivano quotidianamente nelle più diverse iniziative politiche, culturali, sportive.
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
E se qualche politico locale pensa che tutto possa serenamente svolgersi tra privati si sbaglia; non ci sarà alcun tentennamento o mediazione: non saremo noi a pagare per l’inadempienza dell’amministrazione comunale né per le urgenze progettuali di chicchessia.
Che questa trattativa di vendita/acquisto si interrompa subito o ciascuno si assumerà le responsabilità delle proprie scelte. La nostra scelta, come già detto, sarà quella di difendere il luogo che abbiamo
occupato nel 2011, salvato dall’abbandono in ogni suo metro quadro e fatto rivivere in maniera autogestita, senza sosta, fino a oggi.