DIECI ANNI DI MEMORIAL BRACESCO.
Qualche riflessione di bilancio e uno sguardo al futuro.
Edizione 2021
Durante lo scorso week end è andata in scena una versione inedita del Memorial Bracesco. Causa Covid abbiamo rinunciato al consueto torneo di calcio, ma la fruibilità degli spazi aperti di via Rosmini 11 ha permesso a molte persone di misurarsi con altre forme di sport popolare, dall’arrampicata al tiro con l’arco, dal cricket agli allenamenti di boxe.
La prima giornata si è conclusa con il consueto saluto da parte di Milena Bracesco, al cospetto del muralesdedicato a suo padreappena restaurato.
Il secondo giorno si è poi svolta una partecipata escursione sui sentieri del Monte di Brianza, nella riscoperta di alcuni eventi della storia partigiana locale: così facendo il programma si è intrecciato al ciclo “Con passo ostinato” sull’idea di montagna e libertà, contro lo sgombero del Boccaccio e l’affarismo spregiudicato del CAI di Monza.
Abbiamo toccato con mano ancora una volta la capacità della manifestazione di reinventarsi con successo e di acquisire nuovi significati: si è scritta collettivamente un’altra pagina di quella storia di antifascismo e sport popolareche affonda le proprie radici nella straordinaria vicenda biografica di Enrico Bracesco,partigiano monzese, operaio della Breda, deportato e ucciso dai nazisti per il campo di sterminio di Hartheim.
Il decennale dell’iniziativa ci offre anche lo spunto per un rapido bilancio di ciò che si è fatto in un decennio e porre uno sguardo verso il futuro.
Alle origini
Nel 2011, appena occupato l’ex centro sportivo Verga (o stadio “G. Mauro”), volevamo assegnare a questo luogo un nuovo nome in cui significati sportivi e politici convivessero e si rafforzassero vicendevolmente: guardammo alla storia locale e alcuni dettagli poco conosciuti della vita dei fratelli Bracesco, storica famiglia antifascista monzese, ci colpirono in maniera particolare indirizzando la nostra scelta.Era infatti nei pressi della trattoria di famiglia in via Manara che si era costituita nei primi anni Quaranta una formazione calcistica amatoriale, i cui allenamenti servivano da copertura per l’attività clandestina antifascista di molti suoi componenti, tra cui appunto Enrico Bracesco.
Fu così che, con l’affettuoso benestare e la significativa presenza di Milena, figlia di Enrico, nel dicembre 2011 presso la FOA Boccaccio di via Rosminisi inaugurò ufficialmente il campo sportivo “E. Bracesco”: da allora sport popolare e antifascismo sono stati assi portanti della nostra attività dentro e fuori lo spazio.
Sport popolare
Negli anni si sono moltiplicate le discipline sportive praticate, al calcio si è sommata la boxe, il rugby, il green volley fino alle più recenti novità legate al cricket e all’arrampicata.
Tornei, allenamenti, partite improvvisate: sul campo in erba sottratto all’abbandono si è innestato un incredibile susseguirsi di iniziative e sperimentazioni.
Nel frattempo in questo decennio lo sport popolare si è affermato come efficace pratica di aggregazione e sensibilizzazione inerente ai tempi dell’inclusione sociale, dell’antirazzismo e all’antisessismo: nel percorso di crescita del fenomeno, crediamo di aver dato il nostro contributo, organizzando con continuità iniziative e creando qui a Monza momenti di approfondimento e scambio attraversati da realtà e progetti di tutta Italia (e non solo). Monza è entrata così nella geografia nazionale dello sport popolare italiano.
Sport popolare significa accessibilità, gratuità, rifiuto delle logiche di profitto e della mercificazione del tempo libero, contrasto alla ricerca sfrenata della performance e alla tossicità della competizione a tutti i costi. Ma non solo, sport popolare è linguaggio al servizio della lotta a ogni forma di discriminazione, è una modalità di aggregazione e confronto che si basa sul rispetto dell’altro, è, in ultima istanza, uno strumento al servizio della ricerca di una società più equa e solidale.
In tutte queste sue sfaccettature, esso si pone in netto contrasto con i progetti che la sezione monzese del Club Alpino Italiano vorrebbe realizzare su questo campo: un’operazione calata dall’alto, figlia di un affarismo spregiudicato e padronale, collusa con sponsorizzazioni, portatrice di una visione di sport esclusivo e modaiolo.
Sguardo al futuro
Il restyling del murales di Enrico Bracesco che sabato scorso ha rivitalizzato i colori della parete esterna di via Rosmini è una testimonianza tangibile della nostra volontà di continuare a investire energie e progettualità dentro via Rosmini 11. Chi ha acquisito l’area e vorrebbe sgomberarci deve fare i conti con tutti/e noi, con i nostri progetti e la nostra ostinazione, ma anche con i significati più profondi che questo luogo rappresenta e il patrimonio di esperienze umane e politiche che esso custodisce. Crediamo che lo sport popolare sia un pezzo importante di questo patrimonio e ben si presta a contrastare, sia nell’immaginario che nella pratica quotidiana, lo squallido progetto speculativo che qualcuno vorrebbe insediare qui dentro. In questo senso il Memorial Bracesco 2021 ci consegna un’ulteriore iniezione di fiducia e di consapevolezza nel percorso di opposizione allo sgombero.
Nel ringraziare ancora tutti/e coloro che hanno dato in questa decima edizione il proprio contributo organizzativo, vi diamo appuntamento al 2022 per l’undicesima edizione.