Da qualche giorno ci troviamo a convivere con l’ennesimo provvedimento liberticida dall’inizio della pandemia. Nella fattispecie, l’introduzione del green pass base per accedere alla maggior parte delle attività commerciali e per i pubblici uffici e, dal 15 febbraio, l’obbligo vaccinale per lavoratori e lavoratrici over 50.
Tutto ciò mentre la maggior parte dei Paesi europei e non solo stanno allentando le misure di contenimento.
Risulta evidente come la natura del green pass non abbia mai avuto alcuna funzione sanitaria, bensì costituisca un potente dispositivo politico-repressivo sperimentato in Italia e destinato a segnare le nostre vite oltre la pandemia.
Ora si parla di una sua proroga illimitata, ma a patto di aver completato il ciclo di vaccinazioni, o magari fino alla prossima ondata!
Ciclo vaccinale ottenuto il più delle volte in una maniera subdola, attraverso un ricatto che colpiva la possibilità di lavorare o coltivare i propri interessi e con la fallace promessa di ritornare a vivere la vita di prima, facendo leva sulla responsabilità sociale del singolo individuo e obbedendo totalmente a logiche premiali.
Dissentire dalla narrazione dominante e rifiutare il ricatto espone a discriminazioni inaccettabili, finalizzate a creare divisioni e nemici da combattere, con lo scopo di far dimenticare chi è il vero nemico: Stato e Capitale.
Il divieto di manifestare, gravissima restrizione imposta in questi mesi, dapprima accolta quasi con indifferenza, poiché rivolta contro i cosiddetti “No vax”, ora si ripropone in ogni forma di protesta: si pensi alle manganellate a studenti e operai in sciopero.
Mentre le nubi della pandemia si diradano, rispunta la “normalità” che si traduce in licenziamenti e delocalizzazioni, aumenti di bollette e inflazione galoppante, povertà dilagante e carenza di materie prime, crisi ambientale e transizione tecnologica che ci fanno risvegliare nel consueto scenario di sfruttamento e controllo.
Abbiamo attraversato le piazze dei mesi precedenti che si sono opposte al green pass, ambiti spuri e contraddistinti da molteplici contraddizioni: abbiamo scelto di starci, divertendoci e creando nuove complicità.
Allo stesso tempo non abbiamo mai aderito alla propaganda pro green pass e alle prescrizioni di zone o lockdown, esponendoci alla repressione come è successo sabato 5 febbraio, quando le forze dell’ordine hanno circondato il Boccaccio per impedire che ci fosse un concerto, utilizzando la comoda scusa delle norme anti covid (come già accaduto il 17 gennaio 2021).
Crediamo che in tutti i modi dobbiamo batterci per l’abolizione dello stato d’emergenza e delle norme politiche di restrizione della libertà.
Il green pass va respinto totalmente, rifiutandosi quando possibile di utilizzarlo e di battersi per la sua abrogazione così come contro ogni tipo di obbligo vaccinale.
Pretendere il termine di ogni forma di restrizione e di disciplinamento sociale, quali lockdown e limitazioni della libertà personale e rifiutarne ogni possibile nuovo utilizzo futuro.
Organizzare spazi di autogestione, di resistenza e solidarietà, per sviluppare momenti di socialità liberi e svincolati dal potere e dalle sue logiche di profitto.
Invitiamo quindi a partecipare al corteo di Milano di sabato 19 febbraio indetto dagli Studenti contro il green pass e al corteo di Busto Arsizio di sabato 26 febbraio chiamato dall’assemblea Popolare di Busto.
No Green Pass! No obbligo vaccinale! Disertiamo il mondo che ci stanno preparando!
FOA Boccaccio 003