Mercoledì 21 giugno 2023 ore 21.00 / FOA Boccaccio 003, via Timavo 12 Monza
LA MORTE, LA FANCIULLA E L’ORCO ROSSO. Il caso Ghersi: come si inventa una leggenda antipartigiana
Nicoletta Bourbaki (Alegre, 2022)
Presentazione e incontro con l’autrice
Questo libro affronta il tema dei crimini partigiani, o meglio, delle narrazioni su presunti «crimini partigiani» il cui scopo è denigrare la lotta al nazifascismo. Lo fa concentrandosi sul “caso” Giuseppina Ghersi, adolescente uccisa a Savona nell’aprile 1945.
Per decenni trascurata dagli stessi neofascisti, nel nuovo secolo la morte di Giuseppina è diventata un leitmotiv della destra ligure, col tempo arricchendosi di dettagli sempre più macabri. La storia era ormai splatter quando nel 2017 i media nazionali l’hanno ripresa e diffusa senza alcuna verifica.
Per stabilire la verità storica Nicoletta Bourbaki ha avviato un lungo lavoro di ricerca negli archivi, sopralluoghi, raffronto di documenti e testimonianze.
Va detto subito: la storia della «bambina vittima dei partigiani-mostri» è falsa in quasi ogni suo elemento, a cominciare dal mai esistito «tema dedicato al duce», che da solo avrebbe scatenato l’odio dei «rossi».
Testimonianze diverse, anche inaspettate, indicano in Giuseppina una nota e per certi versi dichiarata spia fascista, intenta a minacciare cittadini, protetta da marò e brigate nere. Anche i suoi genitori erano disprezzati, perché compromessi col regime, per gli exploit della figlia e perché ostentavano privilegi.
Sul caso Ghersi, spiega il libro, non pesò alcuna «congiura del silenzio». Vi furono inchieste e processi, nei cui atti i dettagli horror cari ai fascisti non trovano riscontro, come non lo trova l’accusa più infamante, quella di stupro.
Indagando, Nicoletta si è imbattuta in un altro «crimine partigiano», anch’esso ambientato in Liguria: l’«eccidio di Monte Manfrei».
Due casi intriganti perché emblematici. Smontandoli, vediamo come funziona la macchina delle storie antipartigiane, e come nell’attuale infosfera tali storie diventino virali.
«Perché l’errore di un testimone divenga quello di molti uomini, perché una cattiva osservazione si trasformi in una voce falsa, occorre anche che lo stato della società favorisca questa diffusione».
Marc Bloch