VIA ROSMINI 11: DA “CASA DELLA MONTAGNA” A “MONTAGNA DI CASE”
Si è compiuta la grande speculazione degli “amici” del CAI di Monza, con la benedizione di Pilotto.
Venerdì 8 novembre siamo intervenuti nel corso della serata di presentazione del Libro Bianco sulla Città 3.2 organizzata dal Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni di Monza. Nel corso dell’iniziativa si è fatto il punto sul tradimento delle promesse elettorali da parte della Giunta Pilotto, che in due anni di governo ha mostrato di voler tutelare esclusivamente i profitti dei costruttori ai danni di chi vive la città.
Nell’intervento abbiamo parlato del destino del nostro vecchio spazio di via Rosmini 11, da cui siamo stati sgomberati nel luglio del 2021: dal nostro punto di vista è esemplare di come si consumino in maniera subdola le vicende di speculazione a Monza. Vi ricorderete la storia dei “grandi” progetti del CAI di Monza, che acquistò per la cifra ridicola di 200.000 euro l’area raccontando di volervi istallare la fantomatica “Casa della Montagna”.
Che i conti non tornassero si capì molto in fretta quando la prima vera iniziativa pubblica organizzata in via Rosmini 11 fu un Gran Galà di Capodanno con menù a 65 euro e consumazioni da 15 euro l’una.
Tuttavia Pilotto e la sua Giunta hanno deciso di dare il massimo supporto a questo “straordinario” progetto socio-sportivo e, alla presenza di Sindaco, assessori e autorità religiose nel luglio del 2023 avviene la vera inaugurazione della Casa della Montagna.
Queste le parole del presidente del CAI Mario Cossa: Abbiamo voluto creare in città un angolo dedicato alla montagna e ai suoi appassionati. Desideriamo, però che questi spazi diventino un punto di riferimento per tutta la cittadinanza: per altre associazioni che come noi si dedicano alla montagna e per tutte quelle realtà interessate alla promozione e alla diffusione della cultura, con un occhio di riguardo al sociale.
L’inaugurazione – ha commentato il sindaco Paolo Pilotto – è motivo di soddisfazione per tutti noi che amiamo lo sport. Da professore non posso che sottolineare quanto lo sport sia educativo.
Unico vero problema è che in questi anni di attività sportive non si è vista nemmeno l’ombra. Tuttavia il campo di via Rosmini è diventato preda di un baraccone di iniziative che con la montagna hanno davvero poco a che vedere. La discoteca Rebel, sagre di ogni tipo, da quella Valtellinese a quella del pesce che, come recita il lancio dell’iniziativa “offrirà anche divertimento per tutte le età con un luna park ricco di attrazioni, tra cui la pesca dei cigni, il calcinculo e lo scivolo gonfiabile”.
E, ciliegina sulla torta, per il Gran Premio il campo in erba diventa un campeggio per centinaia di turisti.
Alla faccia della promozione e della diffusione della cultura, alla faccia della montagna.
Anzi, a ben vedere il calendario della rassegna più importante dedicata alla montagna in città, Monza Montagna, in corso propri in questi giorni, il ricco calendario di appuntamenti si svolge un pò ovunque a Monza, ma non vi è traccia di alcun appuntamento in quello che doveva essere un punto di riferimento per gli amanti della montagna monzesi.
Di tutto il faraonico progetto “Casa della Montagna” resta una sala di poche decine di metri quadri (e questa, se vogliamo, è una buona notizia, perché i rendering che il CAI ha venduto alla stampa raccontano di un progetto che sventrerebbe il campo da calcio, cementificando tutto il manto erboso per i cosiddetti “spazi polifunzionali”).
Ma forse bastava spostare lo sguardo al civico in fianco per comprendere la logica nascosta dietro a tutta questa operazione. Si scopre infatti che le stesse persone, che un giorno hanno in tasca la tessera del CAI, un giorno sono un pò imprenditori nel mondo della ristorazione, in verità sono anche e soprattutto costruttori e hanno comperato anche l’area in fianco per costruirci due belle palazzine.
E, forse lì, è tutto il baricentro di tutta l’operazione.
Ma stiamo tranquilli, si tratta ovviamente di “due mini palazzine di poche unità, progettate in modo dinamico e moderno con ampi terrazzi, loggiati, e giardini privati, attenti al green, edificata con materiali ecosostenibili”. Un affare da pochi milioni di euro.
In questo scenario, è evidente come la misera “Casa della Montagna” sia stata la leva mediatica per spianare la strada ad attività a scopo di lucro, che gonfiano le tasche ai soliti palazzinari e affaristi di turno, in perfetta sintonia con chi governa la città.