La mattina di mercoledì 3 luglio 2025 tre nostri compagni sono state perquisiti dalla polizia presso le loro abitazioni a Monza e in Brianza in relazione a un’indagine avviata dalla Procura di Monza su denuncia del Sindaco Pilotto.
I fatti contestati si riferiscono alla comparsa a Monza di alcune scritte contro la guerra, il riarmo e la presenza dei militari nelle città, per le quali si ipotizza il reato di imbrattamento e vilipendio delle forze armate.
Le scritte erano comparse a maggio durante le giornate dell’ampia mobilitazione contro l’Italian Raid Commando, esercitazione sportivo-militare che ha visto confluire centinaia di militari europei in Brianza fino alla squallida parata conclusiva a Monza.
Una moltitudine di voci si è sollevata per denunciare la presenza dei militari sul territorio, una presenza sempre più invasiva e finalizzata ad abituare la popolazione alla “normalità della guerra”, ai suoi linguaggi e ai suoi strumenti: presidi, attacchinaggi, flash mob, volantinaggi e azioni di sensibilizzazione si sono alternati durante quei giorni in maniera serrata tra Monza e la Brianza, restituendo l’idea di un territorio animato da un profondo sentimento antimilitarista.
In questo contesto, il silenzio assordante del Sindaco Pilotto, complice nel favorire l’occupazione delle strade della città e della Villa Reale per l’oscena parata militare, è stato rotto esclusivamente dalla “ferma condanna” per le scritte antimilitariste comparse sui muri cittadini, con particolare riferimento a quelle comparse sull’Arengario e su edifici del centro.
Lo sfregio al “patrimonio di tutti i monzesi” ha indotto l’intrepido primo cittadino a sporgere denuncia contro ignoti, innescando l’indagine che ha portato alle perquisizioni di qualche giorno fa.
Mentre è ormai evidente come la propaganda bellica sia sempre più pervasiva, infestando città, scuole e dibattito pubblico, ciò che lascia basit3 di fronte agli sviluppi di questa vicenda è registrare come l’unico reale impegno espresso dalla Giunta monzese sia indirizzato a reprimere e silenziare il dissenso di chi lotta contro la guerra e soprattutto rifiuta di esserne complice, invitando a disertare il sistema bellico.
“Chi sceglie queste forme di espressione non ha argomenti e rinuncia al confronto delle idee”: con questa litania, ripetuta come un disco rotto, Pilotto scava una trincea (per stare in tema) a difesa del proprio equilibrismo politico.
La Monza di Pilotto riesce a essere città della pace e ripudiare la guerra, ma allo stesso tempo a stringere la mano a delegazioni militari provenienti da tutta Europa.
La Monza di Pilotto è green e a consumo di suolo negativo, ma allo stesso tempo è oggi record di cantieri in città.
La Monza di Pilotto è attenta ai giovani e alle loro esigenze, ma per loro ci sono solo sbirri, sgomberi, telecamere e street tutor.
Lo scenario è chiaro: le istituzioni, completamente colluse con chi si arricchisce nell’economia bellica, silenziano e ignorano ogni tentativo di opposizione. Il riarmo prende forma e ci impoverisce, le guerre uccidono ovunque dentro e fuori l’Europa, mentre prosegue senza sosta il genocidio del popolo palestinese: di fronte a tutto questo una scritta su un muro o qualunque altra azione che accenda i riflettori sul tema è il minimo che si possa fare. Mentre di guerra si muore, l’unico vero sfregio è indignarsi per un muro sporco.
SOLIDALI E COMPLICI CON CHI È INDAGATO!
Per saperne di più: https://boccaccio.noblogs.org/post/2025/05/21/irc-prove-di-guerra/