Al termine della MayDay di Milano, il primo maggio scorso, è avvenuto un fatto gravissimo: l’abuso di un uomo su una donna. Come uomini e donne che partecipano al processo di costruzione della MayDay, ci sentiamo direttamente coinvolt* in quello che è successo e siamo rimasti colpiti nel cuore dal fatto che sia accaduto in uno dei nostri spazi. Anzi, in quello che per noi è uno degli ultimi spazi residui di libertà ed
espressività della città di Milano.
A mente un po’ più fredda rispetto alle prime ore dopo il fatto, ci sentiamo di scrivere ancora qualche riflessione, che dirigiamo a chi ha partecipato alla MayDay, a chi l’ha seguita da lontano o da vicino, a
chi ci ha criticato e attaccato e a chi ci ha aiutato a capire cosa fosse successo. Soprattutto le dirigiamo alla ragazza che ha subito sulla sua pelle la violenza, a cui va il nostro abbraccio sincero.