Un commento di Anna Curcio sulla campagna imbastita dalla destra contro il libro Maranza di tutto il mondo, unitevi! di Houria Bouteldja, un tentativo goffo e spudorato di giustificare il razzismo quotidiano e le violenze perpetrate o avallate dallo Stato – come testimoniano le immagini della morte di Ramy – attaccando i giovani delle periferie razzializzate.
Martedì 7 gennaio. Il razzismo istituzionale va in scena sui tg della sera. Scorrono le immagini degli ultimi istanti della vita di Ramy Elgamy, è la notte dello 24 novembre scorso. L’inseguimento di otto chilometri della gazzella dei carabinieri per le vie del centro milanese, il primo impatto con il motorino, le voci dei carabinieri, «vaffanculo non è caduto». E poi ancora, un nuovo tentativo: «Chiudilo, chiudilo… no, merda, non è caduto». Infine l’ultimo impatto, quello decisivo: l’auto dei carabinieri centra il motorino, i due ragazzi sono schiacciati contro il muro. La vita di Ramy finisce lì. «Bene», commentano finalmente soddisfatti i carabinieri, mentre altri militari provvedono a intimidire un ragazzo che si trovava casualmente lì e a sequestrargli il cellulare con cui aveva ripreso la scena.