Ogni anno in Italia vengono gettati via l’11% dei prodotti alimentari acquistati.
La cultura del consumo e dello spreco permette che ogni giorno vengano buttate migliaia di tonnellate di cibo ancora perfettamente commestibile.
Parte del problema nasce proprio dalle nostre tavole: nonostante una cucina tradizionale che ha tra i suoi punti di forza il riutilizzo dei prodotti alimentari, lo spreco regna sovrano.
Ancora di più fanno mercati, panifici, bar, ristoranti, mense pubbliche e private e sopratutto la grande distribuzione.
Non è raro trovare cassette di ottima verdura, magari un po’ ammaccata, accatastata attorno ai bidoni dell’umido, interi sacchetti di pane e focacce buttati via ogni sera e piatti consumati a metà nelle mense dei nostri uffici e nei .
Ma è nei grandi supermercati che si compie lo scempio: il mito del “bello” impone che arrivino sugli scaffali solo ortaggi perfetti e senza il minimo difetto, i prodotti vengono tolti dagli scaffali alcuni giorni prima della scadenza, le politiche di gestione aziendale, improntate alla massimizzazione del profitto più che alla razionalizzazione dei consumi, inventano confezioni sempre più sproporzionate rispetto ai reali bisogni oltre a continue promozioni e raccolte punti che ingannano il consumatore inducendolo a comprare più di quanto gli serve.
Durante questo primo mese di occupazione abbiamo già creato una piccola rete di panettieri, bar e un ristorante che a fine giornata ci lasciano il pane che rimane e intere teglie di pasta.
Il giovedì e il sabato invece recuperiamo dal mercato la frutta e la verdura che è ritenuta troppo brutta per essere venduta, ma che cucinata con maestria dai nostri cuochi e cuoche ci ha offerto degli ottimi aperitivi e cene popolari!
Tutto avviene nel quartiere e la raccolta viene effettuata esclusivamente a piedi o in bicicletta evitando così anche degli inutili sprechi di carburante e costi di trasporto.
Sempre più di frequente nascono reti e associazioni che hanno come noi l’obiettivo di recuperare gli alimenti ancora commestibili e allo stesso tempo di ridurre gli sprechi, tuttavia spesso il nostro lavoro è reso difficile da leggi troppo restrittive e da una scarsa volontà di collaborazione da parte dei supermercati che spesso impediscono volontariamente il recupero degli scarti.
Certamente il modello di vita collettivo che si propone all’interno del centro sociale è di grandissimo aiuto alla realizzazione di questo progetto e permette di riuscire a gestire al meglio sia la raccolta che il consumo.
Questa iniziativa vuole essere d’esempio ad ognuno di noi perché anche nelle nostre cucine ci impegniamo il più possibile ad evitare ogni tipo di spreco alimentare.
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