GOOD BYE, VIA BOCCACCIO.

Come già scritto, quando giovedì 7 luglio siamo rientrati in via
Boccaccio 6, abbiamo trovato un rudere. Nessuna riqualificazione avvenuta, né in procinto di cominciare
. Abbiamo documentato con un video la truffa che
proprietà e amministrazione comunale hanno messo in atto tre anni fa con lo
sgombero dello stabile, giustificato da un progetto di recupero dell’area mai
partito (alcune foto comparative le trovate qui http://boccaccio.noblogs.org/?p=868).

Ma il meglio doveva ancora arrivare: appena il collettivo ha
provocatoriamente annunciato di voler tentare un nuovo processo di recupero di
parte degli stabili, la proprietà è intervenuta all’interno dell’area con interventi di demolizione, finalizzati a rendere definitivamente inagibile le poche parti ancora fruibili, quelle in cui abbiamo realizzato le iniziative dello scorso week end (8 e 9 luglio). Sono stati colpiti i tetti sani e le pavimentazioni. Questo atto di vigliaccheria accresce in noi la rabbia per il triste
destino di questa area
, ma conferma in pieno le teorie della F.O.A.
Boccaccio, che denunciano l’uso strumentale della cantierizzazione delle aree,
finalizzata solo ed esclusivamente a reprimere la creazione di uno spazio
sociale. Lo scempio e l’arroganza di questo intervento è ben documentato dalle foto che abbiamo scattato e chi si
trovano qui
http://boccaccio.noblogs.org/?p=858.

Questi capannoni non sono più in grado di ospitare alcun tipo di
attività sociale
: la distruzione messa in atto dai proprietari consegna in
maniera irrevocabile l’area all’inutilizzo e all’abbandono. L’intervento delle
ruspe e dei martelli pneumatici costituisce l’ennesimo atto di forza che cerca
di piegare la determinazione del collettivo e che, invece, rafforza le istanze
di un gruppo che negli ultimi tre mesi ha attraversato la città e numerosi suoi
spazi, proponendo progetti politici e culturali autorganizzati senza eguali in
città.

I dati parlano chiaro e mettono a tacere chi continua ad appellarsi
alle questioni formali (vedi ass. Villa, ass. Sassoli, ex ass. Romeo) per
attaccare il collettivo e nascondere il fallimento delle proprie politiche in
città, di fronte al crescente consenso che a Monza l’attività del Boccaccio sta
riscontrando, soprattutto tra i giovani, ma anche tra tante altre fette di
popolazione (come dimostra la collaborazione con tanti comitati o
associazioni). Confrontiamoci sui contenuti, cari amministratori.

In tre mesi più di cinquanta iniziative pubbliche sono state
organizzate dentro agli spazi di via Aspromonte, via Durini, via Boccaccio
:
concerti e cineforum, festival multimediali, performance. L’amministrazione comunale in un anno non sfiora nemmeno questo livello
di proposta culturale
.

E poi ci sono i progetti: libreria, ciclofficina, scuola di italiano
per migranti, skipping, laboratorio creativo per bambini
, etc… in consiglio
comunale i paladini della “legalità” dovrebbero vergognarsi della propria
ipocrisia prima di parlare di chi quotidianamente si spende per una
progettualità gratuita al servizio della cittadinanza.

Poi ci sono le iniziative politiche, tante, in piazza e negli spazi: sul mondo del
precariato, su Vittorio Arrigoni, sul PGT, sulla privatizzazione della Villa

Reale… questo fa paura a chi ci governa. L’interesse che nutriamo per il mondo circostante e la voglia che abbiamo di prendere parola su ciò che riguarda le nostre esistenze è la cosa che dà più fastidio, ma di questo nessuno parla.

Il ritorno in via Boccaccio ha chiuso un cerchio, saldando
definitivamente le esperienze di chi aveva vissuto i quattro anni in quell’area
con la nuova agguerrita generazione del collettivo. Ora si apre una nuova
stagione di lotta. Da via Boccaccio ce ne andiamo, lasciando che la cittadinanza faccia le proprie valutazioni sulla storia di questa area e di tutte quelle che abbiamo nel tempo occupato (in via Aspromonte si è arrivati al paradosso di una blindatura quasi militare dello spazio, nonostante sia del tutto vuoto).

La questione politica della
mancanza di uno spazio fisso a disposizione per chi da nove anni anima senza
sosta la vita culturale e sociale di Monza, non può più essere risolta con i
manganelli, con le demolizioni, con i silenzi delle parti politiche, con i muri
alzati a difesa di spazi vuoti. La necessità di tutelare la prossima sede che
sapremo trovare rappresenterà una questione cittadina, intanto il nostro
cammino prosegue in linea con quanto fatto fino ad oggi, costruendo e
proponendo percorsi: DOVE LORO DISTRUGGONO, NOI RICOSTRUIAMO.

F.O.A. Boccaccio 003

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