#15Ottobre #Roma

Prima di ogni considerazione è necessario sottolineare la portata nazionale e internazionale della manifestazione nella quale sono confluite le più eterogenee e trasversali realtà e sigle italiane e alla quale abbiamo partecipato organizzando per la prima volta un pullman autogestito e autofinanziato che è partito dalla nostra nuova sede in Via Rosmini 11. Monza e la Brianza hanno dato il loro significativo contributo alla riuscita del corteo.

Attraversando i numerosi spezzoni del corteo si percepiva e notava negli sguardi dei presenti la determinazione e la voglia di incidere realmente su un sistema logoro, corrotto e al collasso, in un paese, l’Italia, che solo nei giorni precedenti ha avuto la dimostrazione dell’ennesima ipocrisia di una democrazia falsa e allo sbando: la solita fiducia ottenuta ancora una volta molto probabilmente  grazie ad un voto comprato da qualche corrotto parlamentare fatto viceministro.

Non solo da decenni il paese è comandato da una classe politica lobbista alla quale nessuno più crede e che tutti da nord a sud vorrebbe cancellare, ma è sempre più evidente l’asservimento del potere politico al potere economico  i cui effetti sono lo strapotere della finanza sulla vita delle persone e la conseguente trasformazione in merce dell’individuo.

Dopo la fine della manifestazione  parlano tutti solo  di buoni e cattivi, violenti e non violenti,ma questa distinzione non fa che allontanare la discussione dal nodo centrale:il fatto che non si e’ trattato di violenza gratuita. E’ stata solo la prima espressione della rabbia di un popolo destinata ad esprimersi sempre più quotidianamente, come già accade altrove in Europa, finché questo sistema continuerà a logorare e a mettere a dura prova le condizioni di vita delle persone.

Pur riconoscendo che sarebbe stato più auspicabile incanalare questa rabbia verso i palazzi della politica e i feticci del capitalismo globale che ci opprime, non possiamo accettare le tesi di chi invoca la repressione per quanti hanno dato vita alla difesa dei manifestanti(che a migliaia stavano in piazza San Giovanni) dalla violenza dello stato .Osserviamo molto preoccupati l’invito alla delazione scaturito dai social network, subito raccolto e amplificato dai media, a riprova di quanto ormai la repressione sia stata introiettata nelle persone, arrivando al grado massimo del controllo: il controllato che si trasforma in controllore, il poliziotto che dalle strade si infila nella testa.

 

Lasciarsi dividere e invocare la prigione e le leggi speciali  è il favore più grande che possiamo fare al sistema contro cui tutti lottiamo. Roma non è stata messa sotto scacco da piccole frange di facinorosi. C’erano migliaia di persone in piazza san Giovanni. Migliaia di persone arrabbiate, compagni e  compagne che sabato hanno anche tutelato le persone in balia della follia dei caroselli;compagne e compagni che, a maggior ragione,non possono essere accusati di nulla.

A questi va tutta la nostra solidarietà perché i tempi bui in cui viviamo,fanno sì che solo pochi siano il capro espiatorio di un movimento di piazza largo e partecipato.

Chi è sceso in piazza sabato aveva ben chiaro il fatto che è  arrivata l’ora di muoversi. Il sistema teme il cambiamento e ha paura di una piazza così variegata nelle persone ma compatta nella lotta. Le parole d’ordine che hanno anticipato il corteo erano chiare:
People of the europe rise up, Noi il debito non lo paghiamo, One solution global revolution, Que se ne vayan todos, Let’s fight è  arrivata la vendetta precaria.

Sono le stesse  con cui siamo partiti alla volta di Roma, chiare e definite da anni di percorsi sulla precarietà, sul diritto all’insolvenza e contro le politiche di austerity, sulla rivendicazione di nuovi diritti adeguati al mutato sistema di produzione.
E’ da queste che dobbiamo ripartire senza cadere nella fango mediatico lanciato dai giornali del potere, di destra e sinistra, e dalle televisioni che ci vogliono pecoroni lobotomizzati, divisi fra violenti e non violenti, fra buoni e cattivi.
Il Boccaccio raccoglie questa sfida e rilancia un’assemblea su questi temi MARTEDÌ 1 NOVEMBRE  alle ore 21:00 @ F.O.A. Boccaccio – Via Rosmini 11 – Monza

 

People of the world rise up. Let’s fight.

FOA BOCCACCIO 003

 

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Una risposta a #15Ottobre #Roma

  1. Giorgio scrive:

    Grandi ragazzi continuate così!!!

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