Liberiamo i saperi

3 GIORNI PER RIPRENDERCI LE SCUOLE – LIBERIAMO I SAPERI!

24/25/26 Ottobre tre giornate di mobilitazioni ed azioni a Monza per riprenderci la scuola pubblica.

– 24 Ottobre: ore 15:00 sotto il cantiere della nuova provincia conferenza stampa per denunciare la situazione dell’edilizia scolastica nella provincia di Monza e Brianza.

– 25 Ottobre: ore 16:00 assemblea cittadina in Piazza Trento Trieste per parlare di liberazione dei saperi, di scuola e d’istruzione.

– 26 Ottobre: CRITICAL MASS ore 17:00 all’Urban Center (Binario 7) contro il caro-trasporti che ammazza ogni anno gli studenti.


Hanno imprigionato i saperi. Li hanno ingabbiati. Hanno costruito recinti, barriere; hanno cercato di renderli scarsi, competitivi, servi di quel modello economico e finanziario che ha prodotto solo crisi, fondato sulle diseguaglianze per molti e ricchezza per pochi.
La mercificazione del sapere, strumento di controllo e profitto, ha origini lontane e profonde all’ interno della società economico-finanziaria nella quale ci troviamo a vivere; un processo iniziato alla fine degli anni ’90, che ha visto l’idea di un sapere libero, laico e democratico crollare sotto i colpi delle logiche di mercato e delle brutali restrizioni operate da chi vuole il controllo totale sull’insegnamento scolastico. Lo scenario prospettato da questi palesi tentativi di furto del sapere sono tristemente immaginabili: un società impostata su un’idea di dominazione economica di ogni sfera dell’esistenza, pensiero incluso, dove il cittadino diventa suddito, diviso fra le due classi di chi non saprà nulla, non avendo accesso all’insegnamento privato, e chi saprà solo quello che si vuole sappia, deciso dai poteri politici ed economici: è un tentativo di fare del sapere un bene scarso e diretto esclusivamente a fini specifici e ben delineati. Perciò un sapere privato non può essere accettabile. Il sapere è libero o non è. Già la riforma Moratti e la legge Biagi hanno introdotto la possibilità per gli studenti di quindici anni di sostituire i percorsi scolastici con l’Apprendistato, cedendo la funzione della scuola di agenzia formativa primaria alle aziende, alle fabbriche e alle officine, equiparate ai licei e istituti tecnici. Ma le competenze apprese in azienda saranno semplicemente porzioni di sapere, ritagliate per essere usate in quel periodo lavorativo. Nel momento in cui il giovane apprendista cambierà lavoro, si troverà a cercare di nuovo un mezzo per non scivolare lungo il piano, e dovrà ricominciare la sua formazione all’insegna della precarietà, contrattuale e delle competenze. L’italia non ha fatto il salto da una scuola per pochi a una scuola per tutti. Per ripartire verso la riappropriazione dei saperi è quindi necessario mettere in chiaro l’idea di scuola e università che si vuole costruire, un modello opposto alla mercificazione della conoscenza e al precariato esistenziale di vita, lavoro e saperi. E’ necessario ripartire dalla produzione pubblica di conoscenza: liberare i saperi vuol dire liberare il tempo e le persone. L’apprendimento e l’insegnamento sono anzitutto riflessione collettiva: “nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo, gli uomini si educano insieme”
La qualità non sono solo nozioni e competenze, come vogliono far credere, ma anche abilità sociali positive, prime fra tutti cooperazione e il senso critico. Perciò , in quanto studenti rivendichiamo il diritto di occuparci del nostro futuro, del futuro del nostro pensiero e del nostro mondo: lanciamo tre giorni per ripensare, nelle scuole, nuove scuole e nuove prospettive di vita.
Tre giorni di idee e lotte che non si fermeranno finché il sapere sarà tornato alla sua funzione originale di creare persone e non schiavi. Liberiamo il pensiero, liberiamo il sapere e liberiamo il futuro.
Collettivo compost
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