Ats, che abita ad Exarchia ma che ancora non sa dov’è Trikoupi street, adora un locale di sessanta
metri quadri specializzato in tekno music.
“Seduti al tavolo senza consumare non si può stare”, ci dice la cameriera tra l’imbarazzato ed il
dispiaciuto.
Usciamo. Di nuovo in strada in attesa di incontrare Nelly -diminutivo di Cannella, usata ovunque,
anche come nome di persona- discutiamo del senso e del piacere del momento dell’attesa.
“Waiting time”: ore, minuti, attimi in cui sospendiamo il movimento regalandoci una lieve
autonomia dallo scorrere del tempo.
L’arrivo dell’autopompa che spruzza cinquanta litri d’acqua al minuto per limpiare una piazza già
pulita ci fa abbandonare il muretto su cui eravamo comodamente seduti, ed una volta a terra
decidiamo che incontreremo Nelly direttamente sul posto.
Non è la prima volta che nel cuore di Atene scopro locali all’interno di vecchi palazzi così simili ad
anonimi condomini italiani da farmi domandare se al loro interno ci siano davvero musica, fumo e
parole sovrapposte e fluttuanti tra il bancone e la sala illuminata di rosso, giallo e blu.
Una vecchia televisione trasmette segnali elettrici silenziosi facendo da sfondo alle performance
musicali che si alternano velocemente. Il cipuro al mio stomaco ultimamente non fa troppo bene, di
conseguenza sorseggio vino bianco in balcone guardando giù dal quarto piano.
Laggiù, proprio in fondo alla strada, un ragazzo seduto su di un muretto circolare con un albero al
centro suona disinvolto la chitarra: resto in silenzio a guardare confondendo le note che mi arrivano
dalla stanza con quelle delle sue mani.
Anche Adriano, scenografo greco dal cappotto di montone, si gode lo spettacolo.
“Did you have facebook?”
“No…”
“Anyway, if you send me an e-mail few days before I can give you tickets for free.”
Un invito inaspettato per il 23 febbraio al teatro “Knot”. Per questa sera non dobbiamo dirci altro.
Scendo a piedi percorrendo al buio la spirale di scale che mi riposta in strada. Dopo una serie di
battute e finte incomprensioni tra Ats e Nelly -che vorrebbero stare ancora insieme ma che
preferiscono rimandare a domani- ci dividiamo: loro ad Exarchia, noi a Psirry.
“My favourite place…”
Più di una volta me ne ha parlato ma sempre al punto giusto da lasciare libera la mia fantasia, e
quando entriamo ritrovo le immagini da me create già irrimediabilmente contaminate dal mio primo
sguardo.
Piccolissimo, buio ed accogliente.
Sul retro del bancone bottiglie di liquore illuminate con naturalezza. Ats che bacia la cameriera
facendomi sentire subito a casa ed i dj che sorridono complici ad ogni cambio di ritmo. Le poche
persone ancora presenti sorseggiano super alcolici spogliandosi poco a poco, ed anch’io, in breve
tempo, resto in canottiera sentendomi più libera.
Balliamo in silenzio condividendo due birre da quattro euro: io alla sua sinistra e lui alla mia destra.
Tutta la sera.
Altissimo, magro, dalla pelle bianca bianca e dagli occhi azzurri azzurri, Ats si muove deciso
interrompendosi solo per sistemare la manica della t-shirt che sistematicamente ricade sul braccio
una volta arrotolata. Sembra felice di essere di nuovo qui e quando chiude gli occhi penso che si stia
immaginando come sarà la prima volta in cui lui determinerà il ritmo dei nostri corpi a colpi di
musica.
A fine febbraio partirà per Berlino ed una volta arrivato forse riuscirà finalmente a fare anche il dj.
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