Facciamo il punto sulla lotta degli operai DIELLE

FACCIAMO IL PUNTO SULLA LOTTA DEGLI OPERAI DIELLE

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Dopo due mesi di lotta e di sciopero degli operai della Dielle, come solidali vorremo prendere parola, per socializzare alcune questioni che questa lotta ha messo in luce e per invitare tutti quelli che non si reputano “equidistanti” tra padroni e operai, a schierarsi dalla parte giusta, quella degli ultimi.

Sentiamo che sia arrivato il momento di prendere parola soprattutto dopo lo sgombero a tradimento del presidio da parte della Questura di Milano, che a parole si presenta come “istituzione equidistante” tra le parti, ma nei fatti si è dimostrata in più occasioni come l’alleato più prezioso del padrone della Dielle.

Il primo dato palese è il livello che la lotta ha raggiunto. Un livello di unione e adesione allo sciopero altissimo, messe assieme a diverse forme di mobilitazione finora impiegate e al grado di consapevolezza che questi operai esprimono, fanno di questa lotta un caso  molto raro. Essa però può rappresentare un buon esempio per tutti quei lavoratori, italiani e immigrati, che decidono di rompere con un modello di lavoro schiavista, sempre più diffuso nel milanese e nel hinterland. Le rivendicazioni non sono partite dai licenziamenti ma da una vera e propria ribellione alle condizioni di lavoro definite schiavistiche dagli stessi operai.

La richiesta di aumenti salariali, di maggiori condizioni di sicurezza e del rispetto della libertà di organizzazione sindacale; l’opposizione all’arroganza dei padroni, alle pratiche di discriminazione e sfruttamento, al tentativo continuo di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri a seconda del paese di provenienza, sono state le cause scatenanti dello sciopero.

Un secondo dato molto importante per noi. La determinazione e la maturità degli operi non si è misurata solo sull’aspetto rivendicativo. Dopo la prima settimana di sciopero è stato costruito un presidio permanente.

Questo presidio è diventato da subito la spina dorsale della lotta: non solo dei gazebo dove ripararsi e dormire la notte ma un continuo laboratorio di formazione politica sia per i lavoratori che per i solidali, di condivisione e di scambio di esperienze e di pratiche, un punto di socialità e di incontro spesso animato da cene collettive e da feste anche nei momenti più difficili della lotta e capace di appianare le differenze e di unire nella lotta persone provenienti da paesi diversi.

Molto attenta è stata anche la strategia dei blocchi, l’analisi lucida e in continua evoluzione dei rapporti di forza in campo riassunta dallo slogan “celere sì, blocchi no; celere no, blocchi sì”, la capacità di colpire e di bloccare la produzione nei momenti più sensibili, la fantasia di creare diversivi per complicare il lavoro della polizia.

A seguito dello sgombero crediamo che sia importante iniziare una nuova fase della lotta che passi innanzitutto dalla riconquista dello spazio fisico e politico del presidio stesso.

Inoltre crediamo sia fondamentale uno sforzo ulteriore da parte dei solidali sia per supportare numericamente le iniziative di lotta sia per aiutare i lavoratori ad andare avanti con lo sciopero.

Oltre alla Cassa di Resistenza crediamo che il nostro compito sia quello di supportare i lavoratori in percorsi di lotta per riappropriarsi di quella fetta di reddito che viene negata sia dalla loro situazione particolare che dalla condizione di crisi che da anni ci colpisce tutti.

Sarà quindi fondamentale nelle settimane mettere in pratica strategie e modalità nuove per rispondere anche ai bisogni primari come cibo e casa che rischiano di venir meno senza un’opposizione e una lotta a 360 gradi.

Solidali con i lavoratori in lotta della DIELLE

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CRONISTORIA:

18 Maggio 2014: inizia lo sciopero dei lavoratori della DIELLE una ditta di riciclaggio di materie plastiche con sede a Cassina De Pecchi, con l’obiettivo di vedere applicato il del contratto nazionale, quindi la richiesta di aumento salariale (rispetto ai 700 euro al mese per 150 ore al mese) e il rispetto delle misure di sicurezza.

24 Maggio: dopo la prima settimana di sciopero fuori dai cancelli il padrone della ditta dichiara di non voler accettare nessuna trattativa e minaccia di licenziare 15 lavoratori. Si intensifica il blocco dei camion che trasportano la plastica e dei crumiri e si decide di allestire un presidio permanente fuori dai cancelli.

29 Maggio: si tiene il primo tavolo di trattativa in Prefettura. La ditta inizialmente dichiara che è possibile trattare la paga base dei lavoratori e chiede di riaggiornarsi alla settimana successiva. Questo sarà solo il primo dei rinvii richiesti dall’azienda con il solo scopo di illudere i lavoratori e di allungare i tempi della trattativa. Nel frattempo durante la settimana i lavoratori in presidio permanente registrano in più occasioni minacce durante la notte da parte di “loschi individui”. Questo non scoraggia gli scioperanti e si continua la Lotta.

5 Giugno: durante il secondo tavolo in Prefettura l’azienda dichiara che intende licenziare addirittura 25 lavoratori. Questa posizione è inaccettabile: lo sciopero e il blocco dei camion continuano fino a che non verranno reintegrati tutti. Nel video, nel comunicato e nell’intervista vengono spiegate le ragioni dello sciopero:

VIDEO

INTERVISTA RADIOFONICA

COMUNICATO

15 Giugno: la Eco Servizi una nuova cooperativa, subentra alla Fast Service nell’appalto dell’azienda. La Eco Servizi è molto vicina alla DIELLE: il presidente della cooperativa è il cugino del proprietario della DIELLE.

25 Giugno: La questura prova a forzare il blocco con l’uso della celere, ma la determinazione dei lavoratori e dei molti solidali accorsi a supporto della lotta fa desistere la polizia e il blocco continua. (COMUNICATO). Nel frattempo si moltiplicano le iniziative di solidarietà a sostegno della Cassa di Resistenza da parte delle realtà organizzate di Milano e Hinterland (INIZIATIVE SOLIDALI). Proseguono anche i presidi informativi a Pioltello e comuni limitrofi dove abitano la maggior parte dei lavoratori.

26 Giugno: il protrarsi dello sciopero fa si che venga convocato d’urgenza un altro tavolo in Prefettura. La DIELLE rinuncia agli esuberi e propone una cassa integrazione a rotazione spalmata su due anni. L’azienda dichiara infatti di aver perso 700mila euro a causa dello sciopero e del blocco della produzione. Si parla anche di un aumento salariale ma si esclude di applicare il contratto nazionale. Questa apertura dopo 40 giorni di lotta si rivelerà l’ennesima presa in giro.

29 Giugno: viene siglato un pre-accordo in Prefettura che prevede il riaffidamento dell’appalto alla Fast Service che verrà acquisita dalla Eco Servizi.

10 Luglio: in Prefettura le parti dichiarano di voler raggiungere un accordo sulla base delle condizioni decise il 26 Giugno.

11 Luglio: Stefano Malafina, presidente della Eco Servizi, richiede un incontro urgente ai sindacati per siglare l’accordo, ma muore in un incidente automobilistico durante il tragitto.

12 Luglio: il cugino della vittima, che verrà nominato nuovo presidente, chiede il rispetto del lutto, lo slittamento della trattativa al 22 Luglio e la sospensione del blocco del crumiraggio.

14 Luglio: nonostante i lavoratori abbiano accettato la tregua e il rinvio della trattativa con un’azione a sorpresa la questura di Milano sgombera con un un ingente schieramento di celerini e digos il presidio. Gran parte del materiale viene sequestrato e vengono fatti entrare a lavorare 30 nuovi crumiri.

COMUNICATO

VIDEO

18 Luglio: gli operai decidono di rientrare in fabbrica. Accompagnati da decine di solidali accorsi fin dalla mattina presto, entrano dal cancello della DIELLE e impediscono i lavori sedendosi in mezzo al piazzale. I padroni non sanno come reagire, sbraitano e minacciano, ma i lavoratori proseguono la loro protesta. Solo l’intervento della Polizia come sempre al servizio diretto del proprietario della ditta riesce a mandar via gli operai. Nonostante la presenza di una cinquantina di celerini si riesce a riallestire il presidio.

La Lotta va avanti!

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Fronte volantino solidali

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Retro volantino solidali

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