Con l’arrivo della “bella stagione” aumenta il numero di chi, trovandosi nella necessità di spostarsi e nell’impossibilità di accedere a un visto, raggiunge l’Europa con mezzi di fortuna (e anche, purtroppo, di coloro muoiono provandoci).
I governi europei, dopo aver accampato nell’ultimo anno una serie di soluzioni finali – dagli hotspot, ai piani di ricollocamento con ipotetiche sanzioni, fino all’imposizione coatta delle procedure di identificazione – rispondono con la modalità che più gli è propria: muri, deportazioni e sgomberi, un copione che abbiamo visto ripetersi tristemente da Calais a Idomeni.
Il sindaco Ioculano non ha perso tempo a disporre lo sgombero del campo autogestito che si era venuto a creare: molti dei solidali sono stati perseguiti e allontanati dai comuni del ponente ligure.
A Milano, l’approccio hotspot fa scuola: gli uffici immigrazione assurgono a dispositivo locale di selezione ed espulsione dei migranti. Nel frattempo, sempre più richiedenti asilo si vedono recapitare un diniego e provano la via del ricorso, per guadagnare qualche altro mese di permanenza nel circuito dell’”accoglienza”.
I partiti xenofobi cavalcano l’onda del terrore e invocano improbabili provvedimenti per imprigionarli a casa loro. Gli strenui tentativi da parte dei poteri occidentali di arginare e governare i movimenti migratori si guardano bene dal fare i conti con i meccanismi che li alimentano, dai conflitti alle forme di neo-estrattivismo in cui loro stessi giocano un ruolo non indifferente. Ma, ancor più importante, si scontrano con l’irriducibile determinazione dei migranti a non tornare indietro e conquistarsi la libertà.
Sono tante le persone che si organizzano per abbattere le frontiere fisiche, amministrative e sociali che confinano i migranti in condizioni di subalternità e ricattabilità. Scardinata ogni differenziazione di ordine giuridico e retorico, dietro queste rivendicazioni si trovano i bisogni che potrebbero muovere chiunque di noi: casa, reddito, dignità, libertà di dimora e circolazione.
Milano NoBorders