Aggiornamento dai cancelli della Innse di oggi 8 maggio.
Decima settimana di presidio delle portinerie della Innse contro i licenziamenti e contro la nuova richiesta di altri 11 mesi CIGS per “riorganizzazione” che il padrone ha chiesto .
L’arroganza del padrone non ha limite, prepotentemente sta cercando di applicare la condizione di caporalato, che probabilmente applica nelle fabbriche del gruppo, anche alla INNSE, cercando di disporre della manodopera operaia come più gli piace e secondo i suoi bisogni.
L’ultima bestialità in ordine di tempo è quella di non comunicare ufficialmente agli operai la fine del loro periodo di CIGS.
Sta tentando di avvisare coloro che devono entrare in fabbrica con il passaparola, utilizzando a tale scopo la complicità di un miserabile impiegato zerbino che prova a fare il paravento del padrone .
Oggi i primi 15 giorni della nuova CIGS sono finiti e, naturalmente, chi era negli elenchi dei primi 15 giorni di CIGS, non avendo avuto nessuna comunicazione da parte dell’azienda, si è presentato ai cancelli con la chiara intenzione di entrare.
Le guardie nere che presidiano la fabbrica si sono schierate davanti ai cancelli per impedire l’ingresso di tutti gli operai.
La polizia che era presenta e che si è messa di mezzo, ci ha informati che se avessimo varcato i cancelli della INNSE Camozzi ci avrebbe denunciato per violazione di domicilio.
Le leggi evidentemente valgono solo per gli operai, il padrone può disporre totalmente della manodopera senza che nessuno possa replicare nulla, può decidere di sbattersene altamente delle elementari norme legali senza che nessuno intervenga per fargliele rispettare.
Sappiamo benissimo che le leggi dello stato si fermano davanti ai cancelli delle fabbriche e sappiamo altresì benissimo che la forza pubblica garantisce al padrone il rispetto della proprietà privata. Malgrado le nostre ragioni siano del tutto evidenti nessuno farà mai rispettare legalmente le nostre ragioni di operai.
La barzelletta del giorno e che il consulente del lavoro della Camozzi ha detto al segretario regionale della FIOM che la comunicazione del rientro dalla CIGS si fa attraverso “una voce che gira”, e che “in tutte le fabbriche del gruppo si fa così.”
In tutte le fabbriche del gruppo si farà pure così ma alla INNSE questi metodi non attaccano, pretendiamo che ogni comunicazione venga fatta in maniera corretta nel rispetto della nostra dignità di operai.
Comunque il parapiglia di stamattina davanti ai cancelli ha ottenuto il risultato che il padrone mandi a casa l’avviso, con raccomandata, della fine o della continuazione della CIGS per il periodo designato.
Ora più che mai il nostro obiettivo per rispondere al padrone e quello di raccogliere il maggior numero possibile di fondi a sostegno di tutte le nostre spese legali.
Ricordiamo a tutti coloro che vogliono contribuire per sostenere materialmente la nostra lotta, che è attiva una pagina web GIU’ LE MANI DALLA INNSE destinata alla raccolta di fondi per far fronte alle spese legali. L’appuntamento è per martedì mattina, 9 maggio , dalle ore 7.00 davanti ai cancelli della Innse.
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