Giovedì 24 agosto 2017 CINEFORUM D’AGOSTO IN BOCCACCIO
ore 20 cena popolare e a seguire proiezione di POSSESSION di Andrzej Zulawsky
È un nero abisso quello in cui si sprofonda nella visione di
“Possession”, un film maledetto, tremendo, visionario del regista
polacco Andrzej Zulawski: una di quelle pellicole che non ti lasciano
continuare ad essere la stessa persona che eri prima della visione.
In una Berlino trasfigurata in un non-luogo del male avviene una quasi
normale crisi di coppia: Anna (Isabelle Adjani) e Mark (Sam Neil) sono
moglie e marito tra i quali si è insinuato un cancro innominabile e
dalle incrinature del loro rapporto fiorisce un tradimento. Gelosia,
paura della perdita, rabbia, la necessità di amare il proprio carnefice.
In tutte le sfumature prende corpo il dolore provocato da una crisi e da
un’infedeltà.
Così nasce e impregna l’intero film il gioco di contrasti tra il tema
del doppio e quello del circolo, il primo emblema del molteplice, il
secondo dell’unità. Entrambi impegnati in una continua lotta che non
vedrà alcun vincitore perché entrambi sono facce differenti dell’ordine
che è destinato ad affogare nel caos più autentico.
Sono poche le opere che quanto “Possession” rifuggono ogni possibile
definizione ed etichetta che sia facilmente attaccabile. È facile,
allora, capire la fascinazione che quest’opera ha saputo esercitare nel
corso degli anni su diverse generazioni di spettatori, come è facile
capire anche il rigetto che ha a lungo provocato in gran parte della
critica cinematografica – amante del genere e delle classificazioni –
dalla quale è stato definito a più riprese come un “dramma metafisico”,
“horror psicologico”, “satira dell’assurdo”, ma anche molte altre
fantasiose declinazioni di questi e altri termini che “Possession”
riesce a calzare come vesti, senza mai adagiarsi completamente in
nessuna di esse, virando le proprie tonalità di visione in visione a
seconda dello stato emotivo fondamentale dello spettatore.
Il disagio è palpabile, l’immersione nel dramma è profonda e rimane
anche dopo i titoli di coda.
Ed è questo il segreto di un’inquietudine più radicata di quella
scaturita da film horror dozzinali: il delirio è intollerabile nella sua
esagerazione visiva ma allo stesso tempo concede allo spettatore più
coinvolto una catarsi che solitamente la nostra parte razionale rifiuta.
Sin dall’uscita, il film ha ottenuto il divieto di visione ai minori di
18 anni, in diversi paesi quali Spagna, Nuova Zelanda, Corea del Sud,
Svezia e Gran Bretagna.
Una particolare curiosità riguarda la Germania: nonostante sia stato
girato a Berlino e coprodotto da una compagnia tedesca, Possession non è
mai stato distribuito in questa nazione
Era inevitabile che “Possession” divenisse un’opera di culto
sotterraneo, ma imperituro: nel 2006 ritirando a Venezia il Leone d’Oro
alla carriera Lynch citò il film di Zulawski definendolo come “la
pellicola più completa degli ultimi trent’anni” di cinema.