E alla fine lo scorpione ha perso la testa in piazza Castello, nei pressi della Stazione, diventata luogo simbolo delle sperimentazioni repressive e securitarie di questi ultimi mesi: il popolo di SCORPIO ha scritto così l’atto finale della manifestazione che ha attraversato le strade della città, decapitando il simbolo scelto dalla Giunta Allevi per rappresentare la propria arroganza, la propria sete di ordine e disciplina, il proprio istinto punitivo nei confronti dei soggetti indesiderati.
Prima di questo momento, l’enorme scorpione che apriva il corteo (e su cui già gravava minacciosa una gigantesca mannaia), era stato esposto al pubblico ludibrio,ferocemente deriso lungo tutto il percorso della parade: come in ogni Carnevale che si rispetti, i simboli del potere, con i loro significati, sono stati smascherati, sovvertiti, irrisi e fatti oggetto di critica radicale.
Centinaia di persone (quasi mille!) hanno preso parte a questa processione laica, rumorosa, colorata: tre carri allegorici, maschere, musica, fuochi artificiali e centinaia di manifesti goliardici hanno riempito per un pomeriggio le strade di Monza, ricordando a chi fa politica di palazzo (e a tutti i loro solerti servitori) che esiste un tessuto sociale che in nessun modo intende sottostare ai dettami securitari e, al contrario, si batte quotidianamente contro tutte quelle forme di limitazione della libertà che nulla hanno a che fare con il presunto obiettivo di tutela del cittadino, ma che rappresentano esclusivamente pericolosi strumenti di controllo sociale.
Una società che ha perso per noi il senso dell’umano, basata sulla videosorveglianza e regolata da ordinanze antidegrado, che gioisce nell’assistere agli sgomberi delle aree dismesse popolate da disperati noncurante di fornire loro una soluzione alternativa, che plaude alla pulizia etnica (e sociale) che si consuma in Stazione e in altre zone della città, attraverso i daspo, l’applicazione del decreto Minniti e le deportazioni nei CPR. E’ questa una società accecata da paure e insicurezze che il potere (sia a livello locale che nazionale e in tutte le sue molteplici articolazioni) ha alimentato ad arte per distogliere l’attenzione di tutti dalle proprie responsabilità rispetto alle cause della precarietà esistenziale ed economica che viviamo quotidianamente.
Occorre quindi rigettare al mittente ogni tentativo di alimentare guerre tra poveri o, addirittura, guerre ai poveri. SCORPIO ha raccontato quindi con un feroce stile ironico che esistono tempi, modi e spazi per scardinare le logiche securitarie e concretizzare un modello di società basato sulla liberazione da questa ossessione paranoica di sicurezza, sulla libertà di movimento degli individui, sull’autogestione e sul rifiuto della delega, sull’antirazzismo e l’antifascismo.
E se nell’averlo fatto qualcuno ci giudicherà “indecorosi”, noi ci diremo fieri di stare dalla parte giusta della barricata, al fianco di tutti quei soggetti esposti quotidianamente all’arbitrio e all’arroganza delle norme e delle divise: nell’elenco di queste ultime si è aggiunta da poco in città (e nessuno ne sentiva la mancanza) quella del NOST, ultimo ritrovato della premiata ditta Allevi-Arena-Vergante, il “Nucleo Operativo Sicurezza Tattica” che, con divise nere con stemma dello scorpione e armato di spray e bastoni, ben rappresenta nell’estetica e nella pratica la visione autoritaria e militaresca del governo della città.
Lo scorpione anche se decapitato continua a diffondere il suo veleno, tocca quindi proseguire con ancor maggior determinazione e coinvolgimento a declinare dentro e fuori il nostro spazio sociale la consueta ricetta che da quindici anni ci vede protagonisti sul territorio: anticapitalismo, autorganizzazione e solidarietà.
FOA Boccaccio 003