Rieccoci

Rieccoci:

Il testo che state per leggere è frutto di una brutta esperienza accaduta ad una di noi qualche giorno fa.

È servito del tempo per rielaborare l’accaduto, tanta è la rabbia. Raccontiamo quest’incubo in prima persona così che ognuno possa immedesimarcisi.

Esco di casa per recuperare medicinali necessari al mio star bene e mi dirigo verso una farmacia del centro Monza e sento dietro di me: << Weeee! >>

Mi giro: due auto di sbirri, polizia di stato.

Lui: << A cosa dobbiamo questa passeggiata? >>

Io, ormai davanti alla farmacia: << Come vedete sto andando in farmacia.>>

Lui: << Mi sembri sana, cosa devi prendere? >> (Violando tranquillamente la mia privacy)

Io: << La pillola.>>

Lui: << Cosa?>>

Io: << La pillola anticoncezionale per una cura.>>

Lui: << Ma quale cura? È che non hai voglia di fare figli! (Quello nella volante dietro fa un gesto eloquente) Da quando hanno tolto il delitto d’onore fate il cazzo che vi pare. >>

Io, allibita: << Si rende conto di quel che dice? Primo: faccio quel che voglio in generale. Secondo: il riferimento al delitto d’onore può essere interpretato come una minaccia. >>

Lui ridendo decide di scortarmi in farmacia, standomi appiccicato senza guanti né mascherina (che io avevo), altro che distanza di sicurezza!

Gli faccio notare che non sta mantenendo la distanza chiedendo di allontanarsi ma lui, per tutta risposta, dice di essere sano e che quindi il problema per lui non si pone.

Entriamo in farmacia e lo stronzo ripete alla farmacista tutta la manfrina sulla pillola per non fare figli, alla quale fortunatamente lei risponde che posso fare quel che voglio.

Usciamo, lo raggiunge il suo collega (lasciando la volante vuota con il motore acceso) e insieme decidono di scortarmi fino a casa, non credendo che vivessi in zona (secondo loro una in tuta e felpa non può abitare in centro!)

Mi scortano fino all’inizio della via in cui abito e il primo, per chiudere in bellezza: <<vai, vai pure che con quel culo puoi fare quello che vuoi!>>

Io agghiacciata, tremavo dalla rabbia e le parole non uscivano, neanche supportata dalle poche persone incredule che hanno visto la scena.

Ecco: questo era il resoconto di un’esperienza inaccettabile vissuta nella nostra città. Sorvoliamo su quanto sia invasivo che ora questi possano scortarti dove vogliono per verificare quanto scritto su un’autocertificazione (che però non hanno chiesto, come non hanno chiesto i documenti!). Questo comportamento fa schifo: è un abuso di potere e un’intimidazione. Non un controllo (non hanno verificato nessun tipo di documento), forse un semplice passatempo. Non fraintendeteci, purtroppo non ci sorprendono più situazioni analoghe di abusi.

Non dobbiamo accettare che questi vigliacchi, che siano in divisa o civili, si permettano di commentare le nostre scelte di vita.

Non vogliamo dilungarci in analisi teoriche su quanto sia sessista e misogino il fatto, si commenta da sé. Sottolineiamo come, sfruttando la situazione, la polizia si intrometta persino nella nostra intimità.

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