Qualche settimana fa, abbiamo appreso che 5 di noi sono stati colpiti da decreti penali di condanna per la Critical Mass del 19 dicembre scorso, organizzata all’interno del ciclo di iniziative contro le trasformazioni urbanistiche volute dalla Giunta Allevi, per porre l’accento sulla cementificazione che soffoca la città e sulle enormi contraddizioni insite nelle scelte di Sindaco e assessori.
Le accuse rivolte riguardano la mancanza di preavviso della manifestazione in Questura (art. 18 Tulps) da parte delle 5 persone considerate “responsabili” dalla Digos. In mancanza di una organizzazione gerarchica a cui riferirsi, risultano a dir poco ridicole le motivazioni addotte dagli sbirri per attribuire ruoli ai 5: per esempio, è bastato distribuire un volantino o passare un megafono per diventare automaticamente promotrici o organizzatori della Critical Mass.
Il decreto penale di condanna è un procedimento che trasforma in automatico la pena detentiva (nel caso di reati di lieve entità) in sanzione economica, eliminando così tutta la fase processuale. Sempre più spesso si fa ricorso a questo tipo di misura per colpire e scoraggiare chi lotta.
Occorre poi ricordare che in questo ultimo anno di pandemia, tra DPCM, coprifuoco e multe varie, è diventato sempre più difficile organizzarsi e provare a rispondere insieme a questa emergenza sanitaria e sociale a causa dei divieti di fare cortei e scioperi e la conseguente paura per le multe salatissime.
In questo contesto in cui il potere mette in campo strumenti sempre nuovi di repressione, riteniamo necessario continuare a batterci per difendere l’agibilità di azione nello spazio pubblico, considerata l’urgenza di intervenire politicamente su temi importanti, qui a Monza come ovunque.
In particolare, non intendiamo smettere di combattere la speculazione edilizia che sta distruggendo la nostra città né farci intimidire da queste condanne o ulteriori denunce. Infatti, il 25 aprile siamo ritornate in strada con una biciclettata antifascista che ha attraversato i luoghi simbolo della Resistenza monzese.
È nelle strade della nostra città che vogliamo continuare a stare.
Solidarietà ai nostrx compagnx