Un grande sconvolgimento attraversò la società italiana alla fine degli anni Sessanta.
I mutamenti della politica, del costume, della cultura, furono molti e profondi, anche se, a prima vista, gli insorti appaiono oggi sconfitti e da tempo brutalmente ricondotti all’obbedienza.
Mutamenti non meno significativi – In continua dialettica con gli eventi pubblici – si produssero nel pensiero di quel movimento, nella sua riflessione, nella sua coscienza, nella sua teoria, nella sua critica.
In particolare, un minuscolo nocciolo di riflessione e di analisi, affermatosi in contemporanea con la discesa del movimento nelle strade, crebbe, si articolò e perfezionò, e tante tesi che apparivano eretiche da principio, sono oggi patrimonio comune di tutti coloro che si sollevano contro la sopravvivenza consentita.
I rivoluzionari di cui si occupano le oltre 800 pagine del volume agirono soprattutto a Torino e Milano lasciando un’impronta significativa nei movimenti di queste città.