QUINDICESIMO SUICIDIO DEL 2010

Reggio Emilia, detenuto muore in cella dopo aver inalato il gas della bomboletta La vittima è un tossicodipendente italiano di 47 anni: voleva stordirsi. E’ il quindicesimo caso dell’anno

MILANO – Si allunga la tragica lista dei detenuti morti in cella nel 2010. Il quindicesimo caso dell’anno, il terzo nel mese di marzo, è avvenuto nella notte tra sabato e domenica nella casa circondariale di Reggio Emilia. Un detenuto, un tossicodipendente italiano di 47 anni, è morto «dopo aver inalato il gas della bomboletta che tutti i reclusi legittimamente detengono per cucinarsi e riscaldarsi cibi e bevande, come prevede il regolamento penitenziario». Più che un tentativo di suicidio, a quanto pare, si è trattato di un tentativo di stordirsi con il gas, come spesso fanno i tossicodipendenti in mancanza di altre sostanze. Un caso recente è avvenuto nel carcere milanese di San Vittore. L’ora del decesso risale a mezzanotte e mezza; il fatto sarebbe avvenuto durante il cambio di turno degli agenti.

SEI BOMBOLETTE NELLA CELLA – Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del sindacato della polizia penitenziaria Sappe, riferisce che il corpo dell’uomo è stato trovato dagli agenti durante il controllo. Accanto al corpo c’era una busta di plastica, che molto probabilmente l’uomo aveva usato per infilarci la testa durante l’inalazione del gas. Nella cella c’erano altri due detenuti. Ogni detenuto, secondo il regolamento, dispone di due bombolette di gas; in quella cella, quindi, c’erano sei bombolette. «È un fatto drammatico, che testimonia ulteriormente la necessità di intervenire immediatamente sull’organizzazione e la gestione delle carceri, dove il numero esorbitante dei detenuti e la carenza di personale non consentono più alla polizia penitenziaria di garantire i controlli necessari – dice Durante -. A Reggio, come in quasi tutti i penitenziari d’Italia, di notte, un solo agente controlla almeno due sezioni detentive, con circa 150 reclusi».

L’APPELLO: «VIETATELE» – Il sindacato di polizia penitenziaria lancia quindi un appello: «Riteniamo che sia giunto il momento di rivedere il regolamento penitenziario, al fine di vietare l’uso delle bombolette di gas, visto che l’Amministrazione fornisce il vitto a tutti i detenuti».

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