Sulle perquisizioni di oggi 17.12

Ondata di repressione in tutta Italia.
Non si sono fatti aspettare e, anche alla fine di questo autunno, è arrivata la caccia alle streghe.

A Torino questa mattina sono arrivati numerosi arresti per i ragazzi che il 1 Maggio 2012 hanno contestato Fassino che, presente alla sfilata, è stato colpito da contestazioni da parte di tutto il corteo e lungo tutto il tracciato.

A Milano altri ragazzi medi sono stati perquisiti e denunciati con l’accusa di aver preso parte agli scontri del 14 Novembre dove alcuni studenti non hanno voluto accettare i dictat della questura e hanno preferito continuare il percorso verso il palazzo delle stelline.

L’unica risposta alle nostre contestazioni da parte delle istituzioni è stata prima il manganello e dopo le denunce.

Ancora una volta non veniamo ascoltati, ancora un volta lo stato decide di colpire gli studenti e decide di farlo in tutta Italia con il fine di imporre l’ordine sovrano con la paura tra i giovani.

Noi non abbiamo paura.

Complici e solidali con tutti i ragazzi colpiti dalla repressione, uniti si vince!

Liber* tutt*, liber* subito!

Collettivo Co.M.P.O.St.

 

Di seguito il comunicato del CASC

Questa mattina la polizia si è presentata in casa di alcuni nostri compagni sono 8, 3 sono minorenni , 6 fanno parte del nostro collettivo, le perquisizioni sono state compiute in merito ai fatti del 14 novembre, giornata di mobilitazione europea contro la crisi e le politiche di austerity. Quel giorno abbiamo deciso di assediare gli uffici della commissione europea, simbolo di chi questa crisi l’ha creata e che continua a speculare sulle vite di tutti, abbiamo provato ad arrivare fin sotto le finestre di quel palazzo facendoci strada con i book block per difenderci dalle manganellate della polizia in tenuta antisommossa a protezione della zona rossa. Ora alcuni compagni sono in questura,le accuse sono di lancio di oggetti e lesioni a pubblico ufficiale, attendiamo aggiornamenti. La rabbia è tanta, guai a chi ci tocca.

Racconto di uno studente del Casc:

 

Toc toc, repressione 

  

Stamattina suona il campanello di casa e mezzo addormentato sento ” Siamo della digos dobbiamo perquisire la casa ”Mi alzo e mi vesto, sono freddo, non mi faccio cogliere da allarmismi vari, so perchè sono qua. I fatti contestati a me sono: “S. con il volto travisato mediante una mazza da baseball sferra svariati colpi all’indirizzo di più appartenenti alle forze dell’ordine componenti il predetto cordone di protezione. Con le aggravanti di aver agito in più di cinque persone riunite, con l’uso e il lancio di oggetti atti ad offendere.”

Non entro in merito degli atti contestati non è questo che mi interessa, la veridicità o no spetterà al tribunale, al gip che sta compiendo questa opera di repressione. Essere oggetto della repressione non mi stupisce affatto, anzi diciamo che ci rende un merito. Essere oggetto di questa repressione, vuol dire che siamo un ostacolo, siamo una spaccatura di questo ordine che ci viene imposto. I mandanti e gli esecutori di questa operazione ci vedono come un nemico, noi per loro lo siamo e loro, lo sono per noi. L’essere ritenuti un nemico è segno che stiamo agendo bene, la linea adottata è giusta e non va cambiata. La conflittualità e la partecipazione devono essere le due colonne dei movimenti, il 14 novembre in corso magenta non eravamo in pochi, anzi eravamo in tantissimi e dalla composizione più variegata.

Gli studenti erano uniti, negli scontri c’eravamo tutti, solidali e complici. Non ci sono gli studenti cattivi e studenti buoni. Gli unici schieramenti sono due, gli studenti e i poteri forti e chi li difende, il campo è la strada.

Noi non stiamo giocando

14 Nov to be continued

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