#Palestina 9.01.2013 Last Day Here

bene.
e’ quasi giunto il momento della partenza e ci accingiamo a lasciare hebron
alla volta di Ramallah, dove magari stasera riusciamo anche a sentirci il concerto del Trio Joubran di Nazareth.
intanto piano piano scivolano addosso i ricordi, le emozioni di queste seppur poche, intense settimane.
mi ritornano in mente gli shebab di Urif e l’ex sindaco che da solo si e’ messo a discutere coi soldati,
dopo che avevano pesantemente attaccatto il villaggio; mi ritornano in mente le strade di Nablus e quella fugace
visione da lontano degli shebab che facevano guerriglia e che sparivano dalla piazza principale in microscopiche viuzzole,
tornando fuori gridando all’unisono; mi ritorna in mente Khan e HeadShit, un gioco inglese di carte che qui ho imparato
e che abbiamo a nostra volta insegnato a K, che non giocava a carte da 22 anni (quante risate), e a sua moglie, li’ presente.
mi torna in mente NabiSalih e mi ritornano in mente i tear gas di Kufr Qaddum e Sol nel mezzo del casino
che ha preso la direzione opposta a tutti, anche del vento, respirandosi in pieno tutto quel gas!
poi mi vengono in mente le persone qui incontrate, gli internazionali con cui abbiamo legato, il gruppo di Hebron
con cui il tempo, anche nelle tensioni, sembra regalare tregua e sollievo.
mi viene in mente Hashem, la cui vita di sofferenze non ha intaccato il carattere determinato e che anzi,
la cui esperienza ha regalato piu’ forza e consapevolezza, sempre pronto a sorridere o a dispensare consigli,
utili per il mal di schiena e la sciatica. mi viene in mente Nasreen e i suoi disegni pieni d’espressivita’ e di frustrazione.
mi vengono in mente le famiglie conosciute,lo shai bevuto con la marami,il caffe’, che solo adesso inizia a piacermi veramente.
i colori, i sapori freschi, gli odori, i canti dei minareti che le prime mattine alle 5 mi svegliavano e mi riaccompagnavano poi
nel mondo onirico.
mi ritornano in mente i checkpoint, i soldati, le soldatesse,i settlers, le strade chiuse,le sentinelle nelle torri,il muro lungo il west bank,
i disegni su questo,i rubber bullets,i proiettili conficcati in un muro,le soundbomb e i tear gas che rimbalzano,le jeep e la skunkwater,
mi ritornano in mente le resistenze dei palestinesi,le loro grida, i loro gesti,i loro occhi inumiditi dai gas.
e allora mi sembra di essere dentro al risiko dove gli israeliani giocano con 20mila dadi blu contro 1rosso dei palestinesi.

ma sulla mia pelle ho vissuto che questo non e’ un gioco ma una triste e brutale realta’
e che ci vuole davvero tanto per respirare e andare avanti, per non rispondere rischiando la vita,
per mantenere l’ultimo straccio di liberta’ e di dignita’ che sempre piu’ Israele e i sionisti stanno togliendo
a coloro che per difendersi non rimane che un sasso.

v\s\ag

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